Home Attualità Napoli Milionaria da Eduardo al 2023: cosa c’è di diverso?

Napoli Milionaria da Eduardo al 2023: cosa c’è di diverso?

Napoli Milionaria è il capolavoro di Eduardo per svariati motivi. L’opera è una introspezione continua ed estrema della Napoli sotto i bombardamenti e della Napoli dopo i bombardamenti, della Napoli povera, di quella arricchita dal contrabbando, della Napoli sana, della Napoli malata, come Rituccia. Non per niente Eduardo non fa mai comparire Rituccia, l’ultima figlioletta di Gennaro. Se ne parla solamente, come di un personaggio di contorno che poi magicamente diventa finale e protagonista nelle faccende umane che si intrecciano.

Napoli Milionaria! (2023), non pretende chiaramente di essere Napoli Milionaria di Eduardo. Non potrebbe. Gli attori, seppur notoriamente capaci, non hanno vissuto la guerra, non ne sentono i rumori e gli umori, non riescono a raccontarne gli orrori semplificandone i dettagli, storcendone i significati più intimi. Eduardo scrive “Napoli Milionaria” in venti giorni, appena dopo la fine della guerra. Gli attori, alcuni Napoletani, altri chiaramente no – e si stenta a capire il senso della scelta del regista – non riescono a parlare il Napoletano come si deve, fluidamente, come si converrebbe in una commedia che reca nel titolo il senso dell’opera stessa.
Che cosa si vuole fare con le commedie e le tragedie di Eduardo e, più in generale, delle opere dei grandi artisti napoletano del passato di eterna memoria? È una domanda a cui ancora non si riesce davvero a rispondere adeguatamente a livello artistico-culturale, eppure Napoli continua ad essere un laboratorio continuo e costante di teatro e di arte, non ci mancano di certo gli artisti.
Il passato può intrappolare, è vero, ma deve soprattutto insegnare.

Non è restando fermi nel dopoguerra napoletano di Eduardo che Napoli può trovare se stessa, così come non può trovare se stessa nel proprio continuo stravolgimento a favore di contemporaneità. È certo però cne ci sono cose che non vanno toccate se non con delicatezza estrema, una di queste sono le commedie di Eduardo. O si ha il coraggio e la forza necessari di essere perfetti nella riproduzione o si abbia il coraggio ulteriore di cambiarne i connotati a favore di modernità e prendersi le conseguenze. Questi capolavori della storia napoletana meritano qualcosa di più che dialoghi in lingua sforzata e accenti stentati. I complimenti per gli attori sono d’obbligo ma, per carità, che la prossima volta si scelgano tutti Napoletani, che sappiano parlare la Lingua. Nunn’ è peccato.

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