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L’Italia ha detto NO al MES. ‘Quali conseguenze?’ La nostra intervista al prof. Markus Kerber colui che fermò il MES in Germania

L'Italia sembra abbia fatto un passo positivo per la sua autonomia, ma è veramente così?

Markus Kerber, German economist and financial expert, pictured during an interview in Paris, FRANCE-23/09/2013./CHAUVEAU_1843.02/Credit:CHAUVEAU/SIPA/1310151905

L’Italia ha detto NO al Mes. Abbiamo intervistato il prof. Markus C. Kerber, avvocato e professore di finanza pubblica ed economia politica nell’Università Tecnica di Berlino e docente ospite presso l’Institut d’études politiques (IEP) di Parigi. In prima linea per la difesa dei diritti dei popoli europei e colui che fermò il MES in Germania.  

Professor Kerber,
Lei da sempre offre la Sua competenza giuridica al servizio del popolo tedesco, per contrastare l’egemonia della finanza e quindi per restituire al Parlamento lo spazio e il primato che le Costituzioni democratiche difendono, ma che il sistema europeo ha via via attribuito alla Commissione Europea e alla Banca Centrale Europa. So che Lei ha curato diversi ricorsi presso la Corte costituzionale tedesca contro il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) e contro il Quantitative Easing, ottenendo che fosse ribadita la necessità che questi strumenti della finanza siano sempre sottoposti al volere del Parlamento e del popolo.

1.  Professor Kerber, l’Italia, attraverso il suo Parlamento, ha detto NO alla ratifica del MES. Da giurista, lei come valuta la posizione assunta dall’Italia? E’ una decisione avventata oppure un gesto coraggioso in cui la Politica riafferma il suo primato sulla finanza?
“Dopo aver consentito al MES I nel 2011, l’Italia rifiuta adesso la ratifica di MES II perché tutta la classe politica si oppone alla condizionalità degli aiuti finanziari del MES. Inoltre l’Italia ha ricevuto una somma di 100 milliardi nel programma NG EU, cioé un transfer puro senza nessuna contropartita. Perchè in questa situazione vantagiosa sottomettersi ad una futura condizionalità eventuale?
Questa posizione mette in pericolo tutto il sistema dei fondi di salvataggio. Ma la classe politica italiana sembra essere consapevole di questo gioco pericoloso”.

2. Professore, può spiegarci quali saranno, tecnicamente, le conseguenze della mancata ratifica del MES II da parte dell’Italia?
“Il MES II non sarà messo in vigore in nessuna parte della Zona EURO. Dunque il MES non potrà essere lender of last ressort per il Fondo di resoluzione delle banche fallite ( Resolution Board)”.

3. Professor Kerber, lei ha fornito, in Germania, nel corso degli anni, la sua assistenza giuridica a diversi ricorsi popolari presentati presso la Corte Costituzionale tedesca contro il MES. Perché lei ritiene che questo strumento violi la Costituzione tedesca? Perché il MES è contrario ai princìpi dell’economia di mercato e della sovranità popolare?
“La nostra opposizione giuridica al MES I si spiega per la violazione del Art. 125 TFUE ( no bail out) e la sovranità fiscale tedesca: non è responsabile dei debiti che la Germania non riesce a gestire. La sentenza della Corte costituzionale tedesca è chiara: nessuna responsabilità della Germania per oltre i 190 millardi investiti nel MES I e nessun aiuto del MES senza che il Parlamento tedesco lo consenta”.

 4. Nel resto del mondo ci sono gli Stati. L’Unione Europea costituisce un’esperienza unica, lontana dai principi della sovranità popolare, anche difficile da definire, peraltro non imitata da nessuno. Eppure sono pochissimi, nel mondo dell’Università, gli studiosi che indagano criticamente sulla ragionevolezza della costruzione europea. E’ ancora libera l’Università, oppure i finanziamenti europei ne condizionano gli orientamenti?
“L’Unione Europea non dispone di nessuna sovranità ma desidera di fatto costituirla attraverso i finanziamenti europei. Inoltre l’alto rappresentante Borrel si comporta come un ministro degli affari esteri della UE. Ma questo atteggiamento presuppone una politica esteriore della UE che non potrà mai esistere. Borrel e il suo servizio esteriore sono una provocazione permanente della sovranità nazionale”.

5.  Ampliamo lo sguardo e osserviamo il quadro entro il quale si colloca il rifiuto del MES da parte dell’Italia. Il Manifesto di Ventotene affermava espressamente che “Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani”. In effetti, da diversi anni la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea dominano il sistema europeo. In Europa le persone sembravano ormai rassegnate al dominio della finanza, eppure nel resto del mondo, attraverso gli Stati nazionali, i valori, la tradizione e la religione svolgono un ruolo sempre cruciale. Professore, quella immaginata a Ventotene è un’utopia di cui il mondo sta provvedendo a dimostrare l’impossibilità?
“La sinistra non è responsabile di questa infrastructura di Bruxelles, ‘chi nega la sovranità dei popoli. G. Mateotti  – un eroe italiano – non avrebbe mai sottoscritto il manifesto di Ventotene’. La sinistra tedesca – in particolare Kurt Schumacher e Willy Brandt – ha sempre lottato per la sovranità dei popoli. La Ostpolitik era una manifestazione di questo sovranismo tedesco”.

6. L’Africa insorge, Cina India e gli altri paesi Brics si rafforzano, la Russia non vuole rinunciare al suo rango di potenza, il Medio Oriente è in tumulto, la Turchia si espande, il dominio USA appare in discussione. Gli europei sembrano rassegnati a doversi affidare agli uffici di Bruxelles e a doversi occupare d’altro. Il rifiuto del MES da parte dell’Italia può contribuire ad un cambiamento?
No. L’occidente democratico è oggi una diaspora nel mondo. Noi dobbiamo in Europa amplificare la cooperazione militare. Senza una convergenza italo-tedesca Europa non sarà credibile.

7.  Professore, mentre nell’Europa del Nord dominano la finanza e i servizi, Italia e Germania restano le due nazioni europee in cui l’industria e il lavoro umano occupano ancora un posto fondamentale nella società, nell’economia e anche nel costume. Ritiene che imprenditori e lavoratori di Germania e Italia possano collaborare per riportare la vita reale al centro della società e dell’economia umanistica?
“Si, sicuramente un’amplificazione relazionale fra l‘Italia e la Germania sarà utile per il continente e necessario per la stabilità della ‘casa europea’. Ma la suggestione che nell’Europa del Nord dominano la finanza e i servizi, è sbagliata!”

8. Sappiamo che lei conosce bene Napoli. Ritiene che il Sud Italia possa dare un contributo a realizzare una relazione di armonia tra l’Europa continentale e magari per il Sud del mondo? “Si certo. Apprezzo ed ammiro il genio imprenditoriale di Napoli. Ma non dimenticiamo il contributo artistico di Napoli al mondo. Cosa sarebbe il mondo senza ”aggio perduto”, interpretato da Roberto Murolo? Il bel canto neapolitano è un messagio umanistico di Napoli per la ‘piattoforma mondiale’.

Grazie.

(Immagine da Les Echos)

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