Home Attualità “Perdoniamo la Ferragni”: quando la politica è incantata dal successo

“Perdoniamo la Ferragni”: quando la politica è incantata dal successo

Il Seggio del Popolo - Locanda

di Alessandro Casillo

Il segreto del successo? Mai vergognarsi! Dovrebbe fare da monito la celebre frase di Arthur Miller in “morte del commesso viaggiatore”, ma apprendo dai vari social che così proprio non è! Un post in particolare, giunto alla mia attenzione, mi ha represso ogni speranza.

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Si è prestato a scrivere di perdono e di umanità per la persona di Chiara Ferragni, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli Luca Trapanese.

I miei dubbi nascono sui principi che guidano le persone nella comprensione del bene e del male, cioè in sintesi un individuo, secondo l’assessore, può fare un qualcosa, questa cosa risulta illecita, quindi uno sbaglio, chiederebbe scusa e paga, ovviamente con un milione di euro perché la mentalità è quella che tutto ha un costo, non un valore? Ma solo dopo essere stati scoperti comunque?

Ciò che dovrebbe far riflettere e a me spaventa anche, il fatto che le persone per vivere debbano seguire un’altra persona, soprattutto una persona così, tutto ciò che viene mostrato è finto, il famoso video delle scuse dimostra tutti i limiti che hanno queste persone a cominciare dall’aspetto esteriore che cambia totalmente da quello giornaliero, dimostrando quindi di non essere quello.

Succede allora che le persone non si identificano più in un libro di fisica o in una attività di volontariato bensì in un paio di scarpe o di occhiali. Come abbiamo già visto con politici prima e divulgatori dell’oggi, il messaggio che passa è che si può fare tutto basta chiedere scusa. Scoraggiato già da anni nel devolvere danaro alla grande industria della carità, che oggi conta il 70% dei fondi raccolti per la gestione generale e il restante forse al fine legittimo.

Ho passato le scorse settimane di Natale in un orfanotrofio di Khao Lak in Thailandia, ho orientato il mio lavoro e le mie attività principali nell’aiutare il prossimo, perché penso che ci si debba impegnare fisicamente se si vuole avere un risultato, guardare negli occhi le persone e avere la passione per fare ciò, non è un dovere morale ma uno stile di vita che non si acquista con i follower. Il dovere di diligenza forse è un obbligo morale, garantire cioè attraverso la propria notorietà, che le persone vulnerabili non subiscano danni o perdite e non siano sfruttate a proprio vantaggio.    

La natura della pioggia è sempre la stessa, ma fa crescere spine nelle paludi e fiori nei giardini. Quello che mi sono sempre chiesto è come valutano le proprie responsabilità le persone chiamate ad amministrare altre persone, pagate per questo. Quindi il messaggio che mi fa intendere il post è che ci dobbiamo aspettare le scuse dall’assessore per eventuali errori che possono ricadere sulla cittadinanza? Perchè è una persona e non un assessore.

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