di Stefania Garramone, Psichiatra e vicepresidente dell’ass. Psichiatria Reale
In data 13.02.2025, presso il Caffè Letterario L’Identitario, abbiamo inaugurato la stagione di eventi, presentando l’Associazione di PSICHIATRIA REALE attraverso la quale intendiamo promuovere una medicina basata sulle prove di evidenza scientifica, offrendo una visione non riduzionista, ma integrata del paradigma bio-medico, attraverso la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (P.N.E.I.) che studia le relazioni esistenti tra l’attività mentale e i vari sistemi biologici, offrendoci l’opportunità di spiegare la complessità che sta alla base del benessere psico-fisico. In particolar modo l’Epigenetica studia come l’esposizione a fattori ambientali -agenti fisici, chimici, alimentazione, attività fisica, ecc. – possa modificare l’espressione dei geni, senza modificare il DNA. In tal senso provvidenziale è stato l’incontro con il genetista, Massimo Zollo, coordinatore del Group Leader CEINGE, la cui autorevolezza scientifica ci ha confortati rispetto al nostro percorso, consentendoci di andare decisamente oltre, avendo egli affermato: “noi non sappiamo proprio niente”(…)”qualsiasi cellula metabolicamente attiva, ma anche le stesse staminali laddove si attivino, che sia connessa con il sistema immunitario, è pensante”. Allora vuol dire davvero che l’essere umano il genoma se lo fa con le proprie mani, il che è una grande opportunità, come pazienti e clinici, sulla quale costruire quella rivoluzione copernicana che metta finalmente il paziente al centro della cura, responsabilizzandolo molto di più rispetto all’esito di un percorso trattamentale.
Nell’ambito della Salute Mentale gli psichiatri della prima linea, anche alla luce di quanto suddetto, intendono occupare quel vuoto di idee che spiegherebbe l’assenza di una progettualità, partecipando attivamente ad un auspicabile cambiamento culturale, fornendo modelli esplicativi che facciano comprendere ciò di cui si dovrebbe occupare la psichiatria, affrancandola dalle elucubrazioni e mistificazioni del passato.
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Pertanto il nostro impegno divulgativo è rivolto ai pazienti, ai loro familiari, alla collettività e alle varie istituzioni. Intanto urge un confronto con i giuristi e lo stesso legislatore per poter operare in scienza e coscienza, senza fare massiccio ricorso alla medicina difensiva per la totale assenza di tutele alla categoria; costantemente minacciata e ricattata da un contenzioso giudiziario che non é orientato all’applicazione della legge in materia di responsabilità professionale sanitaria, ma viene ammesso per stemperare la rabbia sociale, accogliendo istanze rivendicative e richieste risarcitorie di ogni genere, il che sta medicalizzando la questione della tenuta sociale.
Intanto è bene specificarlo lo psichiatra è un super consulente, specialista della medicina, il cui compito è quello di informare l’utente, non di persuaderlo, convincerlo, considerando che c’è chi neanche lo vuole l’aiuto, con il rischio di essere pure fraintesi. A tal proposito, sono sorti gruppi di ‘’odiatori della psichiatria’’ che stanno, pericolosamente, portando avanti la loro crociata contro gli psichiatri della salute mentale in ambito pubblico, nel patologico convincimento che ci saremmo inventati una malattia mentale che neanche esiste, solo per esercitare il nostro potere su di loro, considerandoci dei sadici che godono nel torturarli, attraverso ricoveri (contenzione ambientale), legandoli ad un letto (contenzione meccanica) e mettendogli una ‘’camicia di forza farmacologica’’ (contenzione farmacologica). Sebbene la verità è che la cosiddetta società civile non ha mai smesso di ‘’utilizzare’’ gli psichiatri della prima linea per costringere le persone ad assumere psicofarmaci o fare altro, contro la loro volontà e sopratutto sotto la minaccia di un contenzioso giudiziario senza precedenti, che di fatto obbliga i professionisti della salute pubblica ad effettuare ricoveri incongrui, esami inutili e all’inappropriatezza prescrittiva, con le conseguenze del caso. Per giunta in un momento storico in cui lo spreco di risorse non è più sostenibile, dal momento che siamo in pieno smantellamento della sanità pubblica, a favore del privato.
D’altronde, realisticamente gli psichiatri possono aiutare chi vuole essere aiutato nell’ambito di un’alleanza terapeutica, non di certo sostituendosi ai loro assistiti e pagando per i comportamenti altrui. Come per le altre branche della medicina le cure psichiatriche potranno essere garantite solo a coloro i quali saranno autenticamente disponibili al cambiamento e occorre anche che vi siano le indicazioni, rendendo noto che variabili genetiche, ambientali e psicologiche influenzano i risultati e quindi condizionano l’efficacia delle stesse terapie farmacologiche (variabilità individuale).
In riferimento al nostro recente incontro, come ha affermato, Barbara Colurcio, psichiatra esperta di addition: “a noi medici ci formano per sapere come ci si ammala, si sa ancora troppo poco di come si guarisce“. Eppure in termini di responsabilità professionale vi é la pretesa di dover garantire la guarigione di pazienti cronici, la cui molteplicità dei fattori di rischio, a partire dai malsani stili di vita, non consente realisticamente di promettere proprio niente.
L’Associazione di Psichiatria Reale” si è fatta promotrice della Medicina Integrata perché, nell’ottica della “P.N.E.I.”, come affermato dal Presidente di Psichiatria Reale, ‘’gli psichiatri devono tornare a fare i medici’’, affrancandosi dal ruolo di chiaroveggenti, guaritori e controllori sociali.
L’affermarsi di una Medicina di Precisione evidenzia come la variabilità individuale – caratteristiche genetiche, ambiente e stili di vita – renda complesso il tema benessere psico-fisico, soprattutto sul versante dell’attesa di un risultato al trattamento. Intanto il termine benessere psico-fisico dovrebbe decretare il superamento del dualismo: salute mentale e salute fisica, dal momento che la realtà è unitaria.
Infine, come suggerito dallo psichiatra e saggista Paolino Cantalupo, dal momento che non arriveranno altre risorse per finanziare la Salute Mentale, bisognerà riconvertire la spesa: ‘’basta con la retorica del terzo settore, con le cooperative sociali che spacciano l’intrattenimento per riabilitazione, sprecando risorse che vengono sottratte a chi si occupa della vera riabilitazione – cognitiva e metacognitiva -, ossia i riabilitatori della neuro-psichiatria, formando all’uopo anche gli infermieri professionali, sempre al fianco dei pazienti’’. Invero, come ci ha messo in guardia, Francesco Pellegrino, farmacista, Tesoriere di Psichiatria Reale, i gruppi finanziari hanno messo gli occhi sul grande affare della sanità pubblica, sta a noi decidere se, come contribuenti, operatori e utenti, vogliamo continuare a subire l’ingerenza di una politica affarista che, attraverso una classe dirigenziale incapace e amorale, è aperta alle speculazioni finanziarie o invece vogliamo crescere e diventare fruitori consapevoli di una multi-disciplinare offerta di salute pubblica, nel rispetto dell’universalismo previsto dal dettato costituzionale.
Stefania Garramone
Psichiatra
Vicepresidente di PSICHIATRIA REALE