Firmato un protocollo tra l’Associazione Convivenza Vesuvio e il Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania: la tecnologia entra in campo per la prevenzione e la sicurezza dei cittadini
Una nuova alleanza strategica per affrontare con strumenti all’avanguardia uno dei rischi più gravi del nostro territorio: l’eventualità di un’eruzione del Vesuvio o di un evento sismico di grande portata. L’Associazione Convivenza Vesuvio, da anni impegnata nella sensibilizzazione e nella gestione del rischio vulcanico, ha siglato un accordo di collaborazione con il Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania (DAC), uno dei più importanti poli di innovazione del Mezzogiorno.
L’intesa, appena firmata a Napoli, promette di rivoluzionare il modo in cui il rischio viene monitorato e gestito grazie all’impiego di droni, dati satellitari e sistemi digitali di simulazione delle vie di evacuazione. Una sfida tanto ambiziosa quanto necessaria, che coinvolgerà le aree vesuviane ei territori gemellati dell’entroterra campano, secondo la logica di prevenzione diffusa del “Progetto Vesuvio”, ideato dal presidente dell’Associazione, dott. Vincenzo Coronato.
Il Distretto Aerospaziale, attivo dal 2012, si pone da anni come catalizzatore di collaborazioni tra enti di ricerca, università, imprese e mondo del terzo settore. L’accordo con Convivenza Vesuvio rappresenta un passo concreto verso un’innovazione che non resta chiusa nei laboratori, ma si cala nella realtà complessa di un territorio densamente popolato e fragile come quello partenopeo.
Tra gli obiettivi principali della collaborazione ci sarà lo studio, la simulazione e l’ottimizzazione delle vie di fuga in caso di emergenza, sia attraverso esercitazioni programmate sia in contesti reali. La tecnologia sarà al servizio dei cittadini, per rendere più rapide, efficaci e sicure le operazioni di evacuazione, spesso ostacolate da infrastrutture carenti o da una scarsa cultura della prevenzione.
«È tempo di coniugare il sapere scientifico con l’impegno civico – ha dichiarato il dott. Coronato – per trasformare la paura in consapevolezza, la debolezza in resilienza». Una visione condivisa anche dai vertici del DAC, che vedono in questa sinergia un modello replicabile in altri contesti ad alto rischio.
Questa collaborazione dimostra che il futuro della sicurezza territoriale passa da un’alleanza sempre più stretta tra tecnologia e partecipazione. Un patto tra chi osserva la Terra dallo spazio e chi la vive ogni giorno, in prima linea, con spirito di servizio e responsabilità.
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