Articolo ironico (ma non troppo)
Sembra incredibile, ma è tutto vero: a Napoli, ormai, i rapinatori vanno importati. Altro che Napoli violenta, altro che “non si può camminare per strada”. Sabato sera, sul centralissimo Corso Umberto I, tre uomini hanno aggredito una coppia di turisti nel tentativo di rapinarli. Due di loro sono stati arrestati. E no, non erano napoletani. Erano torinesi. (lo riporta addirittura il Quotidiano Piemontese). Sì, proprio di Torino, la città “evoluta”, “civile”, “industriale”, che a ogni occasione ci spiega come si vive “bene al Nord”. A quanto pare però, quando si tratta di mantenere il folklore della Napoli pericolosa – quella che fa audience e riempie le bocche dei moralisti a senso unico – bisogna mandare rinforzi da fuori.
Il medio napoletano, ormai, ha cambiato vita: ha aperto un B&B, cucina il ragù per gli ospiti canadesi, si è messo in proprio con un localino vista Vesuvio. Altro che scippi, altro che furti: oggi si punta su TripAdvisor, non sul portafogli dei passanti. Ma attenzione: il pericolo deve restare alto, perché “Napoli è Napoli”. E così, arrivano da Torino tre distinti signori (già noti alle forze dell’ordine, per non perdere le buone abitudini), che aggrediscono dei turisti per rubare un cellulare. Una scena d’altri tempi, prontamente interrotta dalla polizia. I due arrestati hanno anche provato a confondersi tra i passeggeri dell’autobus, ma sono stati smascherati. E ora qualcuno al Nord dovrà spiegare come mai “esportano” ladri anziché solo automobili.
Siamo davanti a un vero cambio epocale: dal furto della tazzina al Gambrinus alle rapine in outsourcing. Napoli ormai è troppo impegnata a lavorare, a crescere, a inventarsi un futuro. Quindi qualcuno ha pensato bene di fare la rapina “in trasferta”. Una riflessione ironica, certo. Ma, come spesso accade, l’ironia serve a dirci che forse le cose stanno davvero cambiando. E a ricordarci che i luoghi comuni… restano sempre più vuoti.
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