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Napoli riscopre la sua storia nobiliare: grande successo all’Archivio di Stato per la presentazione del libro di Giovanni Grimaldi

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La redazione de L’Identitario ringrazia tutti i presenti

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Sabato 3 maggio 2025, presso l’Archivio di Stato di Napoli, si è tenuta la presentazione del volume “Di molta autorità e comando – Il Re d’Arme nelle Due Sicilie e gli Ufficiali della Real Casa”, opera firmata da Giovanni Grimaldi, giurista, pubblicista, esperto di diritto dinastico e cofondatore del nostro giornale L’Identitario. Un evento di alto profilo culturale che ha restituito centralità a una parte fondamentale – e spesso dimenticata – della storia istituzionale del Mezzogiorno. A esprimere parole di altissimo apprezzamento nei confronti dell’autore è stato don Alfonso de Ceballos-Escalera y Gila, Marchese della Floresta, Duca di Ostuni e Visconte di Ayala, nonché Cronista Re d’Armi di Castiglia e León, che nel suo articolato intervento ha definito l’opera «matura» e «meritevole», dichiarando che essa segna «un prima e un dopo nel campo degli studi nobiliari e araldici napoletani».

Ad aprire i lavori, dopo il saluto istituzionale della Direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, dott.ssa Candida Carrino, è stato il cerimonialista Umberto Crescenzi, Segretario generale di fondazione e Presidente dell’associazione culturale “Il Conte”, che ha portato i ringraziamenti ufficiali anche a nome del Presidente Rev. Don Luciano Rotolo.

A moderare l’incontro, è stato Emilio Caserta, giovane direttore del quotidiano L’Identitario, che ha introdotto gli autorevoli relatori: il prof. Andrea Borrella, Direttore dell’Annuario della Nobiltà Italiana, e il dott. Fabio Cassani Pironti, Officiale della Santa Sede, che ha riportato l’intervento del Marchese De La Floresta. Il libro di Giovanni Grimaldi ricostruisce, con rigore storico e sensibilità civile, le figure dei principali funzionari della Real Casa delle Due Sicilie – tra cui il Re d’Arme (o Araldo Reale) e l’Usciere Maggiore – delineandone i ruoli, le responsabilità e l’evoluzione nel tempo, dal medioevo all’età borbonica. Ne emerge una galleria di personaggi affascinanti e dimenticati, la cui memoria l’autore auspica possa essere riscoperta e valorizzata, anche in forme moderne ma sempre rispettose della tradizione.

Un’opera che non si limita a colmare un vuoto storiografico, ma rilancia una visione identitaria e organica della storia del Sud, offrendo spunti di riflessione preziosi per studiosi, appassionati e istituzioni. La redazione de L’Identitario ringrazia calorosamente tutti i partecipanti e gli intervenuti per aver contribuito al successo di una giornata all’insegna della memoria, della cultura e dell’onore. Deo semper.

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