Rubrica libera L’INDIPENDENTISTA a cura di Stefano Bouché
Negli ultimi tempi, è tornata alla ribalta la questione storica dei rapporti tra la Russia e il Regno delle Due Sicilie durante il Risorgimento. La narrazione dominante sottolinea come la Russia non sia intervenuta a favore del Regno meridionale, ma è fondamentale chiarire i contesti e le ragioni di questa scelta, mettendo in discussione alcune interpretazioni consolidate.
Durante il cosiddetto Risorgimento italiano, la Russia non intervenne per sostenere il Regno delle Due Sicilie, principalmente per motivi di politica estera e interessi strategici. La Russia, in quel periodo, seguiva una politica conservatrice e non era disposta a rischiare una guerra per un paese lontano e con un governo non del tutto in linea con i suoi ideali.
La Russia aveva già stretto relazioni diplomatiche con il Regno di Sardegna, che si candidava a guidare il processo di unificazione italiana, e non voleva compromettere questa alleanza, evitando così il rischio di un conflitto con potenze come la Gran Bretagna e la Francia, che appoggiavano apertamente le aspirazioni unitarie del Piemonte.
Secondo alcune fonti autorevoli, tra cui il libro di Eugenio Di Rienzo “Il Regno delle Due Sicilie e le potenze europee 1830-1861”, emerge una visione più sfumata. Anche se lo zar russo espresse lettere di protesta, non andò mai oltre questo gesto simbolico. La motivazione, secondo alcuni storici, non sarebbe solo politica, ma anche economica: la Russia non aveva alcun interesse economico concreto a intervenire in favore di un regno che, nel contesto geopolitico europeo, appariva isolato e destinato a soccombere.
Altra fonte di riferimento è G. Berti nel suo studio “Russia e Stati italiani nel Risorgimento”, dove si evidenzia come la scelta russa fosse influenzata dalla volontà di non compromettere rapporti diplomatici e commerciali con potenze europee di primaria importanza.
Il Regno delle Due Sicilie, a causa della sua posizione politica, si trovò isolato sia sul piano diplomatico sia su quello ideologico. La Russia, che pur condividendo l’impostazione conservatrice del governo borbonico, non vedeva in esso un alleato strategico. Inoltre, i moti risorgimentali avevano assunto una connotazione liberale e democratica che la Russia non poteva sostenere, temendo di alimentare rivolte simili anche sul proprio territorio.
È importante, però, contestualizzare la narrazione storica, poiché molte fonti risorgimentali e successive hanno letto gli eventi da un’ottica filo-piemontese. Gli studi condotti ad esempio da Gennaro Zona suggeriscono che l’isolamento del Regno delle Due Sicilie fosse in parte costruito e amplificato da una storiografia di stampo unitario, che ha spesso tralasciato l’analisi critica delle ragioni geopolitiche e commerciali.
In definitiva, l’assenza della Russia nello scacchiere meridionale non fu solo una questione di politica conservatrice, ma il risultato di una serie di considerazioni strategiche, economiche e ideologiche che, alla luce delle nuove ricerche, meritano di essere riconsiderate e approfondite.