Luigi Fioretti
Napoli ha vissuto una notte che resterà scolpita nella memoria collettiva, una notte di lacrime, cori, abbracci e fuochi d’artificio: il Napoli ha conquistato il suo quarto scudetto, e la città si è trasformata in un’enorme piazza di festa.
Dal fischio finale, il cuore di Napoli ha cominciato a battere all’unisono. Le strade si sono riempite come fiumi in piena: Spaccanapoli, Via Toledo, i Quartieri Spagnoli, il Lungomare Caracciolo, tutto un unico grande palcoscenico. Migliaia di bandiere azzurre sventolavano sotto il cielo stellato, illuminate da razzi e bengala. Le trombette suonavano come fanfare di un popolo che da troppo tempo aspettava questo momento.
Il Vesuvio, maestoso e silenzioso, sembrava assistere con orgoglio. Durante la notte, le sue pendici si sono tinte di luce: i fuochi artificiali proiettavano riflessi azzurri sulla sua cima, quasi fosse anch’esso partecipe della festa, vestito a festa per l’occasione.
E poi, l’alba.
Dopo ore di canti e balli, quando la stanchezza cominciava a farsi sentire, un sole rosato ha iniziato a sorgere sul Golfo, e con lui un nuovo giorno, un giorno da Campioni d’Italia. Il Vesuvio, baciato dalla luce del mattino, sembrava sorridere. Un velo di foschia dorata lo circondava, mentre il cielo si tingeva di colori caldi, come una tela dipinta apposta per celebrare la rinascita azzurra.
I più anziani raccontavano ai più giovani com’era stato con Maradona. Ora, quelle storie si arricchiscono di nuove pagine, nuove leggende. Questo quarto scudetto è un ponte tra generazioni, una vittoria che unisce passato e presente, una nuova favola azzurra che prende vita tra i vicoli, il mare e quel vulcano silenzioso, testimone eterno dei sogni di Napoli.
La città non dormirà ancora per molto. Ma stanotte, e per sempre, Napoli è Campione d’Italia.
Luigi Fioretti