A Napoli prende forma una nuova esperienza politica nata dall’esigenza di rispondere con concretezza alla crisi della rappresentanza e al crescente distacco tra istituzioni e cittadini. È il Gruppo-19, un laboratorio di confronto e azione che raccoglie realtà diverse ma unite da un’idea comune: ricostruire il legame tra politica, società civile e territori, partendo dai diritti costituzionali e dalla difesa della democrazia.
Il progetto coinvolge attivisti, esponenti di partiti progressisti, movimenti civici e forze meridionaliste, con l’ambizione di costruire una piattaforma di dialogo e proposta alternativa all’attuale scenario politico nazionale. Il nome richiama un articolo della Costituzione ma anche una data simbolica per chi ha a cuore la partecipazione e l’impegno collettivo.
Tra i promotori, voci autorevoli del mondo associativo, politico e culturale che da anni animano il dibattito napoletano e meridionale. C’è chi parla di resistenza democratica, chi di riconquista del protagonismo popolare, e chi ribadisce che è il momento di far sentire la voce del Sud su scala nazionale, rivendicando pari diritti, investimenti equi, e rispetto per le autonomie locali.
Durante l’assemblea pubblica del Gruppo-19 al Vomero, quartiere simbolo della resistenza antifascista, sono emerse proposte concrete su temi caldi come sicurezza, legalità, pace e ambiente, con l’obiettivo di contrastare derivate autoritarie e logiche repressive. Ma è emersa anche una volontà più profonda: riaccendere la passione politica nelle strade e nelle piazze, recuperare fiducia nei quartieri abbandonati, ascoltare chi non si sente più rappresentato.
Il Gruppo-19 non nasce come partito, ma come spazio aperto di sperimentazione. Un’alleanza inedita che tiene insieme la memoria antifascista, il bisogno di giustizia sociale e la visione di un Sud che non vuole più restare in silenzio. I promotori sono chiari: “Non basta opporsi al Governo, bisogna proporre un modello diverso di Paese, a partire da Napoli”.
Tra i partecipanti anche nomi legati al meridionalismo culturale e politico, che vedono nel Gruppo-19 una possibilità per rompere l’isolamento del Sud e rimettere al centro la questione meridionale, troppo spesso ridotta a slogan elettorali. Il cammino è appena cominciato, ma l’orizzonte è ambizioso: costruire un laboratorio permanente, capace di contaminare le agende politiche nazionali e ridare voce a chi ha perso fiducia nelle urne. Napoli, ancora una volta, prova ad essere motore di cambiamento.
