Home Attualità Dal Web “Il Real Museo Borbonico”( Il MANN )

“Il Real Museo Borbonico”( Il MANN )

BCC
BCC

di Giuseppe Giunto
IL Real museo Borbonico”, Il MANN è il più antico ed importante museo d’Italia e del Mondo, unico per la ricchezza e l’unicità del suo patrimonio. Il Museo Archeologico di Napoli è uno dei più importanti e completi a livello nazionale e mondiale. Al Mann si possono ammirare mosaici, affreschi e statue provenienti dalla collezione Farnese. Carlo di Borbone sul trono del Regno di Napoli dal 1734, promosse l’esplorazione delle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C. (iniziata nel 1738 a Ercolano, e nel 1748 a Pompei) e curò la realizzazione in città di un Museo, con opere Farnesiane oltre ad alcuni gruppi scultorei provenienti dalle Terme di Caracalla. La collezione Farnese provvede a riempire questo spazio con pitture, sculture e gemme che decoravano il palazzo Farnese a Roma. IL Real museo Borbonico contiene una collezione dedicata all’antico Egitto, oltre ad essere la più antica in Europa, è seconda in Italia solo a quella di Torino.

Pubblicità
l'-ecommerce del Sud Italia

Ma facciamo un passo indietro…

Dell’edificio originario, che è la parte più antica del Museo, rimasta incompiuta, e destinato alle Scuderie Vicereali, resta solo un portale in piperno sul lato di via Santa Teresa degli Scalzi. Un portale risalente al 1585 realizzato per ordine del viceré di Spagna, don Pedro Tellez Giron, dall’architetto Giovanni Vincenzo Casale. Il primo progetto prevedeva una caserma di cavalleria, ma i lavori furono fermati per mancanza di una fonte d’acqua, sarebbe stato un gran problema per i cavalli. La struttura subisce con il passare degli anni altre trasformazioni, tra il 1610 e il 1615, ad opera dell’architetto Giulio Cesare Fontana. Il progetto iniziale, prevedeva la realizzazione di una fabbrica caratterizzata da un corpo centrale a due piani, sopraelevato rispetto ai due laterali, il progetto non fu portato a termine come programmato, furono realizzati, l’ala occidentale ed il corpo centrale. In Principio l’ingresso al palazzo era su via Santa Teresa degli Scalzi dal 1616 fino al 1777, e fu sede dell’Università, con il nome “Palazzo dei Regi Studi”. La facciata, era riccamente decorata, presentava una successione di finestre e nicchie alternate, interrotte soltanto dal portone principale, e dai due secondari laterali. Le finestre, con cornici variamente ornate, erano sormontate da vasi marmorei situati sui frontoni e da medaglioni con mezzi busti, mentre nelle nicchie c’erano statue antiche con integrazioni moderne. Il cornicione del palazzo era completato da una balaustrata in marmo con vasi e pinnacoli. Anche il corpo centrale era sormontato da statue ai lati del timpano, da vasi ed obelischi ad affiancare una piccola struttura ad arco con la campana dell’orologio. 

l’Ateneo napoletano rimase per oltre un secolo e mezzo fino al suo trasferimento nel Real Convitto del Salvatore nel 1777. Il palazzo si trovava fuori le mura cittadine, la nuova Università era attiva a fasi alterne, inoltre fu adibito anche a Tribunale, oltre a ospitare nel 1701 una guarnigione Austriaca. 

Ferdinando IV, dopo aver espulso nel 1767 i Gesuiti dal regno di Napoli, nel 1777 destina il seicentesco Palazzo degli Studi a sede del Museo Borbonico e della Real Biblioteca. Dal 1777 cominciarono per l’edificio una lunga fase di lavori di ristrutturazione e di ampliamento, i lavori furono affidati agli architetti F. Fuga e P. Schiantarelli. Nel decennio francese (1806-1815) furono realizzati i primi allestimenti, con il ritorno dei Borbone l’edificio assunse il nome di: Real Museo Borbonico.

Nasce nel 1777 uno dei primi e più importanti musei del mondo! Tra il 1786 ed il 1788 Ferdinando progettava di creare nella capitale Napoli, un grandioso istituto per le arti, riunendo in un solo complesso il fondo librario, la ricchissima raccolta di antichità appartenute ad Elisabetta Farnese,(sua nonna) che era divisa tra Roma e Capodimonte, oltre alle collezioni archeologiche formatesi durante gli scavi intrapresi nelle cittadine vesuviane, e precedentemente esposte nel Museo Ercolanese di Portici. Il Real Museo Borbonico, vanta il più ricco e pregevole patrimonio di opere d’arte e manufatti di interesse archeologico in Italia. Sono esposti oltre tremila oggetti di grande valore, sistemati in varie sezioni a tema, e conservati centinaia di migliaia di reperti dall’età preistorica alla tarda antichità, provenienti da vari siti antichi del Meridione. Dopo la parentesi Murattiana, “Ferdinando I delle Due Sicilie” il 22 febbraio 1816 decretava l’istituzione del “Real Museo Borbonico”. In questa occasione fu eseguita da Antonio Canova una scultura dedicata a Ferdinando posta sullo scalone monumentale del museo. Con i successivi lavori, il Palazzo perse tutte le sue decorazioni scultoree, con la costruzione di un altro piano, assunse l’aspetto più compatto ed imponente che ancora oggi lo caratterizza. I laboratori per le Scuole delle Belle Arti  furono spostate nelle stanze dell’ala orientale del primo piano, intorno al grande Salone della Meridiana, così chiamato per la presenza di un orologio solare installatovi quando in origine l’ambiente fu destinato ad Osservatorio astronomico. La sala, affrescata da Pietro Bardellino con un’epigrafe celebrativa, è una scena allegorica dedicata a Ferdinando IV con la moglie Maria Carolina rappresentati come protettori delle scienze e delle arti, inoltre, alle pareti, diciotto tele di Giovan Battista Draghi di soggetto storico, trasformata poi in Biblioteca. Tra il 1821 ed il 1825 l’architetto Pietro Bianchi, dopo averne terminato i lavori di restauro, completò l’edificio, con l’ampliamento dell’angolo nord-orientale. Il primo allestimento del Real Museo Borbonico, di Michele Arditi nel 1807 si concluse nel 1830 secondo i criteri dell’epoca, con l’aggiunta di donazioni, acquisti e di reperti provenienti dagli scavi eseguiti nei territori del Regno di Napoli. Il Real Museo Borbonico diventa nazionale nel 1860, si arricchisce con l’acquisizione di altri reperti provenienti da siti Campani e dell’Italia Meridionale e dal collezionismo privato. Con il terremoto del 1930: partì subito un progetto di rimessa a nuovo, al punto tale che l’edificio riuscì a resistere ai bombardamenti fra il 1940 e il 1943, sicuramente anche grazie ad uno speciale segno dipinto sui tetti che lo facevano individuare quale obiettivo da non colpire. Il Museo non fu indenne da attacchi: non soltanto dei tedeschi, ma anche durante le Quattro giornate di Napoli: il soprintendente dell’epoca, benché con una gamba ingessata, si barricò nel museo impedendo a chiunque di accedervi e allo stesso modo lo difese all’arrivo degli alleati.

FONTE: WIKIPEDIA

Pubblicità
Il Seggio del Popolo - Locanda
l'-ecommerce del Sud Italia