Home Attualità Ormeggi a Napoli: quando l’apparenza inganna

Ormeggi a Napoli: quando l’apparenza inganna

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È curioso osservare come una giacca e una cravatta possano ancora oggi, nell’epoca del disvelamento, risultare preponderanti nel decidere – a prescindere dai fatti – chi abbia torto o ragione. Rita de Crescenzo sconta una popolarità social troppo trash per essere giudicata credibile ed è così che il potere si approfitta del popolo schiacciandolo e ponendolo in una condizione di sudditanza psicologica e sociale. Non fa scalpore un politico che si accompagna ad ambigui soggetti dalle ambigue intenzioni, fa scandalo una gita a Roccaraso troppo chiassosa e colorita per passare in sordina. Ed ecco che quando il trash napoletano fa vendere giornali e salire lo share dei canali nazionali, arriva anche la legge. Quella che si preoccupa più di indagare su pullman e gite sulla neve che di milioni di euro che galleggiano sulle acque di Mergellina.
Il lungomare di Napoli e Napoli stessa, sono adesso ad un bivio: combattere per rimanere sè stessi migliorando la propria condizione quotidianamente, oppure consegnarci al sudiciume del ricatto politico ed economico delle multinazionali che stanno subodorando l’affare del secolo anche in vista dell’America’s Cup 2027.
Napoli non può consegnarsi al limite inconcepibile del trash e dell’abusivismo perenne ed incontrollato – sia chiaro – ma non può di certo nemmeno consegnarsi alla speculazione politica, economica e sociale che i colletti bianchi vogliono imporre ai Napoletani, tentando – ancora una volta – di scippare identità e possibilità di intraprendere.
Quella degli ormeggi e del lungomare di Napoli è una battaglia che va combattuta per la città e per i Napoletani e va anche assolutamente vinta, pena l’alienazione della nostra identità.
La vera “gentrification” non risiede nella casetta vacanza del centro storico ma nell’entrata a gamba tesa delle multinazionali estere delle quali abbiamo i maggiori sponsor proprio nei volti più social della nostra città.
Ed ecco che una giacca ed una cravatta, un’apparenza “perbene” e concetti retorici e populisti, diventano il metro di misura per spostare l’ago della bilancia e favorire qualcosa di ben più grave di un video colorito su Tik Tok. Solo i meno avvezzi alla letteratura del potere non riescono a non avere un quadro ben delineato della questione: estorsioni, corruzione, turbativa d’asta, favoritismi, ricatti politici.
Il mare di Napoli è ancora una volta preda delle forze oscure che vorrebbero governare questa città consegnandola allo straniero per farne carne da macello. Il pericolo è enorme e bisogna affrontarlo a testa alta e con la stessa tenacia di una lotta per la sopravvivenza.
Napoli, riguardati dai falsi profeti.

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