Home Attualità Trieste non dimentica: lo Stato ammette l’aggressione al popolo No Green Pass

Trieste non dimentica: lo Stato ammette l’aggressione al popolo No Green Pass

Italian law enforcement officers started the operation to clear protestors against the obligation to have the Green Pass COVID-19 health certificate to access all Italian places of work from a section of the port of Trieste, northern Italy, 18 October 2021. Police in riot gear sprayed water jets at protestors sitting on the ground and blocking port gate 4 and told them to move away "in the name of the law". The protestors chanted "people like us never give up" and "Liberty, Liberty". The protest started on 15 October, when the obligation to have the Green Pass at places of work kicked in. The Green Pass shows that a person is vaccinated for COVID-19, has recovered from it in the last six months or has tested negative in the last few days. ANSA/ PAOLO GIOVANNINI
BCC
BCC

Giunge da Trieste una notizia che riaccende i riflettori su una delle pagine più controverse della recente storia italiana: gli scontri del 18 ottobre 2021 al Varco 4 del porto giuliano, quando migliaia di cittadini manifestarono pacificamente contro l’obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro. Oggi, a quasi quattro anni di distanza, si è tenuta la prima udienza del processo relativo allo sgombero violento di quella protesta. E in aula è accaduto qualcosa di importante: secondo quanto riportato dal Giornale del Friuli, l’ex capo della Digos di Trieste, Zampaglione, ha ammesso che furono le forze dell’ordine a dare inizio alle violenze, intervenendo con manganelli, idranti e lacrimogeni contro manifestanti inermi.

Pubblicità
l'-ecommerce del Sud Italia

Alla domanda precisa dell’avvocato Pierumberto Starace, difensore di alcuni degli imputati, su quando si siano determinate le violenze, Zampaglione ha risposto senza mezzi termini: l’intervento della polizia ha scatenato gli scontri. Una dichiarazione che, di fatto, smentisce la narrazione dominante dell’epoca, che dipingeva i manifestanti come facinorosi. A motivare l’intervento, secondo quanto emerso in aula, non fu la tutela dell’ordine pubblico, ma quella degli interessi economici portuali, come evidenziato nel comunicato diffuso dal coordinamento “No Green Pass e Oltre”, presente oggi in aula: “La realtà dell’aggressione di Stato a migliaia di manifestanti pacifici è pienamente emersa. La motivazione per aggredire la gente fu quella di tutelare gli interessi economici portuali che avremmo minacciato. Un sentito ringraziamento a tutti e tutte le solidali presenti in aula”. Un atto d’accusa durissimo, che chiama in causa lo Stato, i poteri economici – in particolare tedeschi – e la gestione politica dell’emergenza sanitaria. Le parole pronunciate in tribunale confermano quanto molti sospettavano: che la protesta del porto fu repressa per ragioni che andavano ben oltre la “sicurezza sanitaria”.

A chi in quei giorni scelse di resistere, a chi fu manganellato, cacciato, deriso, va oggi la nostra più sincera solidarietà. La verità comincia a emergere, e con essa anche la dignità di un popolo che non ha mai smesso di lottare. La prossima udienza è fissata per il 17 settembre 2025 alle ore 12:30. È il momento di restare uniti, perché quella ferita è ancora aperta. E la giustizia, quella vera, va pretesa con determinazione.

Fonte: ilgiornaledelfriuli.it

Pubblicità
Il Seggio del Popolo - Locanda
l'-ecommerce del Sud Italia