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Cassiere licenziato per mancato scontrino: la Cassazione conferma la giusta causa. Il parere del dr. Prosdocimo consulente del lavoro

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Cassazione 2025: legittimo il licenziamento di un cassiere per mancata emissione di scontrini, anche senza appropriazione indebita
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11985 del 7 maggio 2025, ha confermato la legittimità di un licenziamento per giusta causa nei confronti di un cassiere che, pur senza trattenere somme di denaro, aveva commesso ripetute irregolarità nella registrazione contabile e nel rilascio degli scontrini fiscali. La notizia ha riacceso il dibattito sulla centralità del vincolo fiduciario nel rapporto di lavoro e sulla proporzionalità del licenziamento anche in presenza di danni economici lievi. Nel caso specifico, il lavoratore non era stato accusato di furto, né era stato dimostrato che aveva trattato gli importi non registrati. Tuttavia, la Corte d’Appello di Palermo e successivamente la Cassazione hanno stabilito che la sua condotta era comunque sufficiente a rompere il rapporto fiduciario con l’azienda.

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Secondo i giudici, infatti, ciò che conta non è l’entità del danno, ma la gravità del comportamento in termini di affidabilità e correttezza. La mancata emissione dello scontrino, ripetuta nel tempo, è stata ritenuta sintomatica di una disinvoltura nel rispetto delle regole aziendali, tale da giustificare il licenziamento immediato.
Abbiamo chiesto un parere al Dr. Stefano Prosdocimo, consulente del lavoro e fondatore dello Studio Prosdocimo, specializzato in gestione del personale e diritto del lavoro. Ecco le sue considerazioni:

Dott. Prosdocimo, quanto pesa oggi il vincolo fiduciario nelle relazioni lavorative?
«Il vincolo fiduciario è la base non scritta ma essenziale del rapporto di lavoro. Ogni dipendente ha il dovere non solo di svolgere correttamente le proprie mansioni, ma anche di non compromettere l’equilibrio di fiducia con il datore di lavoro. Anche piccoli illeciti, se reiterati, danneggiano il clima aziendale e rendono difficile la prosecuzione del rapporto».

La Cassazione esclude la necessità di un danno economico grave o di un reato per giustificare un licenziamento. Qual è il confine tra legittimità e abuso da parte del datore?
«È importante che le aziende non abusino di questo principio. Il licenziamento deve essere l’estrema ratio, ma in presenza di comportamenti che incrinano la fiducia, è giustificabile e necessario. Serve equilibrio: policy trasparenti, formazione interna e comunicazione chiara aiutano a prevenire, e – se necessario – a intervenire nel modo giusto».

Il messaggio della Cassazione è chiaro: il patto tra datore di lavoro e dipendente si fonda sulla fiducia, non solo sulla produttività. Anche una mancanza apparentemente “minore” – come non emettere uno scontrino – può generare una crepa irreparabile, soprattutto se ripetuta. La sentenza 11985/2025 rappresenta un precedente importante: non servire un danno economico enorme per giustificare un licenziamento, se la fiducia è venuta meno. In un mondo del lavoro sempre più complesso, la correttezza e il rispetto delle regole restano elementi imprescindibili.
Per aziende e lavoratori, la sfida è chiara – conclude il dr. Prosdocimo – proteggere il rapporto fiduciario, giorno dopo giorno, perché basta poco per incrinarlo, ma molto per ricostruirlo”.

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