Dopo dieci anni alla guida di Ercolano, Ciro Bonajuto ha ufficialmente rassegnato le dimissioni da sindaco. Lo ha fatto – come previsto dalla legge – per tentare il salto in Consiglio Regionale della Campania. E noi? Da ercolanesi ci chiediamo: dopo aver “risolto” i nostri problemi, ora pensa di risolvere quelli dei campani? No, grazie. Da ercolanesi abbiamo già dato. Come campani preferiremmo evitarlo. Dieci anni che lasciano in eredità un disavanzo milionario: decine di milioni di euro che peseranno sulle prossime quattro amministrazioni e sulle spalle delle future generazioni. Altro che buona amministrazione: è un vero piano di rientro a rate che durerà vent’anni. Il conto, ovviamente, lo pagheranno i cittadini.

E poi, la genialata: affidare a privati i parcheggi comunali, che prima garantivano incassi sicuri e immediati alle casse pubbliche. Oggi invece il Comune percepisce meno del 15% di quello che avrebbe potuto incassare. Ma si sa, non è tutto oro quello che luccica, e a Ercolano ormai nemmeno più i grattini.
In dieci anni di ‘sbornia renziana’, Bonajuto ha venduto l’immagine di una città “modello”, ma sotto la patina resta il danno strutturale e contabile. “A Napoli, ma soprattutto ad Ercolano, ‘o vintàge è quaccosa che tiene valore, nun è roba scassata ‘ncopp’ a nu banchetto”.
E invece c’è chi, prova a rivendersi come fosse un pezzo d’antiquariato, visto che ad Ercolano ha finito ora spesa nel Consiglio Regionale, ultima spiaggia.