È apparsa in questi mesi su vari social una pagina chiamata “Napoletani Artificiali” con video che contano già milioni di visualizzazioni. Con l’Intelligenza Artificiale sono stati creati dei video con i Napoletani ladri, truffatori, volgari e scansafatiche che non si lavano e vari “napolecani” tra caschi assenti e scippi vari: un campionario di luoghi comuni da stadio e fuori stadio che imperversano in Italia da oltre un secolo e mezzo. Forse per dimostrare di “non avercela solo con i Napoletani” risultano anche dei video (pochi, per la verità) con i calabresi (ritratti come scimmie!) e (pochissimi) con i milanesi e dei tizi con la sciarpa arcobaleno e qualche battuta sui prezzi delle case.
Per questi motivi i video “napoletani” sono offensivi, calunniosi, diffamatori e “razzisti” anche con l’aggravante dell’istigazione, di fatto, al razzismo, reato previsto dal nostro codice penale se si considerano le migliaia di commenti inequivocabilmente “razzisti”.
La tesi degli admin “è ironia e a qualcuno piace e ad altri no” è una tesi illogica vista la gravità e la ripetitività di contenuti beceri e volgari e dei commenti annessi.
A Napoli è stata inventata l’ironia circa tremila anni fa e da tremila anni la pratichiamo. Qui non c’è nulla di ironico e le conseguenze sono chiare con la diffusione di complessi di inferiorità “terroni” e di superiorità “padani”, alla base di questioni napoletane e meridionali nate oltre 160 anni fa e mai risolte. Sappiamo bene che le segnalazioni ai social non hanno alcuna utilità perché anche questa roba “risponde ai loro standard” e sappiamo bene anche che se si fosse trattato di altre comunità ci sarebbero stati tanti interventi legali, politici e mediatici.
Il Movimento Neoborbonico e altre associazioni meridionaliste, offrendo la collaborazione dei loro uffici legali e sulla base di tanti altri episodi, hanno inviato un esposto alla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza, organo del Consiglio d’Europa, vista la secolare assenza di interventi da parte delle istituzioni locali e nazionali a tutela di milioni di Napoletani residenti nella nostra città e nel resto dell’Italia e del mondo. Copia dell’esposto è stata inviata anche al sindaco di Napoli.