Di Alessandro Casillo: Rubrica “Oltre Manica”
Vi è una verità intrinseca, forgiata nell’esperienza personale, che risuona con una profondità sorprendente. È una di quelle epifanie trasformative che affiorano, spesso, nei frangenti più inaspettati dell’esistenza. Una rivelazione potente: ogni qualvolta un brivido d’inquietudine mi ha pervaso l’anima, ero sull’orlo di una metamorfosi ineludibile. Non si tratta dell’ancestrale terrore che paralizza di fronte a un’autentica minaccia. Parlo piuttosto di quella percezione impalpabile, un disagio sottile che si insinua quando ci si trova a un passo dal varcare una soglia, dall’abbracciare il nuovo. È la voce interiore che, con tono esitante, sibila: “E se fallissi? E se non fossi all’altezza? E se il giudizio altrui mi schiacciasse?”
Per anni, questa sensazione è stata per me un avversario da debellare o, peggio, un monito imperativo a indietreggiare. Poi, lentamente, una comprensione più profonda si è fatta strada. Ho realizzato che, sovente, l’apprensione non è altro che una sentinella attenta, un segnale premonitore. Un eco che sussurra: “Stai trasgredendo i confini della tua familiarità. Stai evolvendo.” Consideriamo le tappe fondamentali della nostra vita. Il battesimo di un nuovo impiego, la sfida di una presentazione cruciale, l’ardire di una scelta non convenzionale. Quell’inquietudine era palpabile, eppure, ogni volta che la determinazione ha prevalso, superando l’esitazione, si è manifestata una sfaccettatura ignota del nostro essere. Un io più resiliente, più capace, più autentico.
È giunto il momento di riorientare la nostra prospettiva: riconoscere la paura non come un impedimento insormontabile, bensì come l’indicatore preciso che stiamo procedendo nella direzione più fertile. Impareremo a distillare questa energia grezza e a canalizzarla. A impiegarla come una bussola interiore per tracciare il percorso verso la nostra autentica aspirazione, anziché permettere che una reazione impulsiva e primordiale diriga le nostre decisioni. Quando sentiamo quell’apprensione bussare alla porta dell’anima, forse è proprio allora che dobbiamo ascoltarla con maggiore attenzione. Non per arrestare il nostro slancio, ma per discernere l’incredibile potenziale che attende di essere svelato, scegliendo di trascendere i limiti autoimposti.