Rubrica a cura di Giuseppe Giunto: L’Indignato
Quante volte siamo stati ad Ischia, è la prima cosa che ci veniva in mente di visitare era il Castello Aragonese. Certo è il simbolo di Ischia, luogo meraviglioso, conosciuto in tutto il Mondo, ma quanti conoscono il Palazzo Reale di Ischia? Per un ischitano la risposta è semplice, eppure quante volte ci siamo passati davanti senza saperlo. Il Palazzo Reale a Ischia, si trova nella centralissima Piazza Antica Reggia, ad Ischia Porto. La struttura oggi è di proprietà del Ministero della Difesa che lo utilizza come “hotel militare” inoltre ospita anche diversi eventi. Ma facciamo un passo indietro….
Il Palazzo Reale venne eretto nel 1735 dal Protomedico di Corte Francesco Buonocore. La famiglia Buonocore, era tra le più influenti e antiche famiglie d’Ischia, aveva infatti ottenuto in enfiteusi perpetua, (diritto reale che assegna a un proprietario di disporre di pieni poteri su un fondo) alcuni terreni dietro il “Lago De’ Bagni” precisamente sopra “La Piscinella”, località vicino le sorgenti termali di Fornello e Fontana. Silvestro Buonocore già nel 1648, acquistò molti terreni, e ingrandì la sua proprietà, così facendo poteva dare modo a suo nipote Francesco di creare un palazzo sulla collina sopra il lago molto sontuoso. Col tempo quel luogo venne chiamato dalla gente del posto il Casino del Protomedico, o Villa dei Bagni. Era desiderio di Francesco Buonocore, ospitare la Famiglia Reale e l’intera corte con l’intento di fare usufruire agli stessi delle “miracolose” sorgenti termo-minerali presenti nella sua proprietà. Nel 1783 Ferdinando IV di Borbone si recò ad Ischia per incontrare il conte André Razoumowski, che si trovava nel Casino del Buonocore per una cura termale, e rimase molto colpito sia dalla maestosità che dalla situazione della villa. La Famiglia Buonocore rimase proprietaria della Villa fino al 1799, fino a quando Francesco Buonocore junior, nipote del primario deceduto trent’anni prima, prese parte ai moti del 1799. Il giovane Francesco Bonocore appoggiò i Giacobini durante la rivoluzione Napoletana, ma dopo la restaurazione, con altri dodici prigionieri venne impiccato a Procida. Con questa condanna i rapporti con la Famiglia Bonocore cessarono, Ferdinando IV lasciò che il Palazzo venisse saccheggiato, e anche dopo il 1799, Ferdinando non voleva neanche metterci piede. Solo in secondo momento il Palazzo venne acquistato dalla famiglia reale, Ferdinando IV e poi primo delle Due Sicilie lo utilizzò principalmente come base per cacciare e pescare nell’antico Lago del bagno. Questo specchio d’acqua fu successivamente trasformato in porto da Ferdinando II, aprendo una bocca a mare sul versante nord, inoltre diede inizio anche alla costruzione delle Antiche Terme Comunali, sorte al fine di sfruttare le acque delle tre sorgenti di Pontano, Fornello e Fontana.
Subito dopo l’acquisizione del Palazzo, Ferdinando IV decise di affidare a Carlo Vanvitelli, l’incarico di elaborare un progetto di sistemazione della ex proprietà Buonocore. L’architetto formulò due progetti per il giardino, rispettivamente “all’inglese” e “alla francese”. I due disegni furono presentati a Ferdinando IV affinché potesse scegliere. Entrambi i progetti contemplavano la realizzazione di un muro perimetrale che dovesse delimitare l’area da annettere al Casino e, per desiderio del sovrano il Casino conservasse la sua originaria configurazione. Il progetto per il giardino “all’inglese” prevedeva l’edificazione di un elegante padiglione di caccia con belvedere alle cui spalle si stagliava la cima della collina, e la realizzazione nell’area antistante dal lato mare di una raggiera di piccoli viali in asse con l’edificio, innestati nel giardino. Agli inizi del 1829 si cominciò a curare l’aspetto ornamentale della struttura, cioè le sculture da collocare, gli elementi decorativi ed infine gli arredi esterni. Gran parte dello spazio esterno fu sistemato a vigna, per il resto si scelse di realizzare il giardino “all’inglese” con percorsi e sentieri naturali, abbelliti da busti, statue, e reperti archeologici fatti venire apposta da Portici e dal Real Museo Borbonico di Napoli. Durante il periodo francese la dimora ischitana fu abitata da Gioacchino Murat, il quale durante i suoi otto anni trascorsi sul trono di Napoli, pare si rifugiasse spesso assieme alla sua famiglia al Casino Reale per godere dei suoi rari momenti di tranquillità. Francesco I utilizzò raramente la dimora ischitana, al contrario di Ferdinando II. Ferdinando II, così come aveva fatto con il porto e le altre opere pubbliche sull’isola d’Ischia, diede nuova vita alla dimora, chiamando il botanico di corte Giuseppe Gussone a disegnare il giardino della villa, forte del buon esito della piantumazione delle pinete di Ischia sulla vecchia colata dell’Arso. Nell’ambito di questa operazione, Gussone incrementò inoltre il giardino della casina reale, piantando esemplari di platani, querce, lauri, eucalipti, provenienti dall’Orto botanico di Napoli. L’architettura del giardino, infine fu completata ed abbellita da false grotte rivestite con schiuma vulcanica e da un sapiente uso decorativo degli agrumi. Dopo il 1861, la Villa Reale diventò proprietà del demanio, e rimase per alcuni anni in completo abbandono, la casina attraversò una fase di declino fino al 1865, fino a quando i consiglieri del Pio Monte della Misericordia chiesero al nuovo Stato di trasformare la struttura in uno stabilimento termale militare, lo stemma borbonico posto sul suo frontone venne sostituito con la croce della sanità militare. Inoltre, negli anni immediatamente successivi al terribile terremoto del 1883, il Palazzo Reale di Ischia fu prima sede dell’Osservatorio Geofisico, in seguito costruito sulla collina della Gran Sentinella a Casamicciola. Attualmente la struttura non ha cambiato destinazione e con il nome di Stabilimento Balneo Termale Militare Francesco Buonocore, in virtù delle sue sorgenti di acque salso-bromo-jodiche, effettua ottimi trattamenti termali.