Non più un Sud che rincorre, ma un Sud che guida. È questa la visione che Antonio Liberti, oggi presidente della Casa del Popolo, rilancia con forza, intrecciando il destino di Ercolano a quello dell’intera Campania. Non è un caso: le difficoltà locali, la fuga dei giovani, la mancanza di prospettive occupazionali non sono soltanto ferite di una città, ma il riflesso di un problema regionale e nazionale che chiede risposte urgenti.
Negli ultimi vent’anni oltre un milione di campani hanno lasciato la propria terra, e quasi il 70% sono under 35. Solo a Ercolano, negli ultimi dieci anni, si contano oltre 3.000 residenti in meno; nel 2023 più del 30% dei diplomati ha espresso l’intenzione di partire per studiare o lavorare altrove. Numeri che non restano sulla carta, ma che incidono sulla vita quotidiana delle famiglie e dei territori.
«Ho le mie radici qui – ricorda Liberti – a Ercolano ho la mia famiglia, il mio lavoro, le mie battaglie civili e i miei libri. Ma so bene che la sfida non è più solo di una città: è la Campania intera a rischiare di perdere il futuro delle prossime generazioni. Ed è lì che oggi va il nostro impegno».
Un Sud che cresce nonostante tutto
Altro che favola del Nord locomotiva e Sud palla al piede. I numeri raccontano una verità diversa: tra il 2019 e il 2023 il Mezzogiorno è cresciuto più del Nord. La Puglia segna un +6,1%, la Campania +4,9%, mentre il dato medio del Sud (+3,7%) supera persino quello nazionale (+3,5%). Qui si esporta, si innova, si produce. Dai tubi del gruppo Vitillo ai pannelli solari di Enel 3Sun, dalle startup campane agli ingegneri formati a Napoli, la Campania dimostra che non è terra di assistenzialismo ma laboratorio di futuro.
«Il Sud non ha bisogno di compassione – sottolinea Liberti – ma di investimenti, di decisioni politiche, di visione. Oggi siamo davanti a un appuntamento con la Storia: le prossime regionali non sono una scadenza qualsiasi, ma il momento in cui decidere se questa crescita resterà un fuoco di paglia del PNRR o se diventerà il modello strutturale di un Sud che guida l’Italia».
La Campania è già una delle regioni più amate al mondo: Napoli, Capri, Amalfi, Pompei attraggono milioni di visitatori ogni anno. Ma la vera sfida è fare in modo che questa ricchezza diventi opportunità condivisa. Per Liberti, la tassa di soggiorno può trasformarsi in un volano: «Non deve essere solo un contributo alle casse comunali. Deve diventare uno strumento regionale per rafforzare servizi turistici, promuovere eventi culturali identitari, valorizzare le periferie, migliorare il decoro urbano e la sostenibilità ambientale. Una tassa che si traduca in qualità e in orgoglio per la nostra terra».
Non solo economia e turismo: Liberti allarga lo sguardo. In un mondo attraversato da conflitti e leadership mediocri, propone un approccio diverso: «La pace non si costruisce con le armi ma con la volontà, non nei palazzi distanti ma dal basso, dai cittadini che rifiutano l’odio. Il Sud, con la sua storia di accoglienza e comunità, può essere voce autorevole di un’Europa diversa, più vicina ai popoli e meno prigioniera dei giochi di potere».
La nuova sfida politica
Senza proclami ufficiali, ma con la chiarezza dei fatti, Liberti lascia intendere che la sua battaglia politica non si fermerà alle mura di Ercolano. Il suo orizzonte è più ampio: la Regione Campania. «Il mio domicilio politico e morale – spiega – è nel Sud che produce, cresce e sogna. È tempo di scegliere: vogliamo restare un Sud che sorprende o diventare finalmente un Sud che guida?»
Non un addio a Ercolano, ma un salto di responsabilità. Le radici restano, ma lo sguardo si alza verso la Campania intera, in un momento storico in cui servono coraggio, visione e capacità di trasformare i dati positivi in un progetto duraturo. Fabbriche con sede al Sud, giovani che restano, turismo intelligente, cultura come motore identitario, pace come orizzonte politico: sono questi i tasselli di un percorso che Liberti intende continuare a costruire.
Un percorso che parte dal Vesuvio, ma che guarda a tutta la Campania. Perché il futuro non si annuncia: si costruisce.