Napoli non si piega mai all’indifferenza. In una terra che ha conosciuto invasioni, guerre e conquiste, il popolo napoletano porta nella sua memoria collettiva il dolore dei popoli sottomessi e, proprio per questo, non smette mai di tendere la mano a chi oggi vive la stessa sorte. È in questa scia di umanità e resistenza che medici, infermieri, operatori socio-sanitari e personale amministrativo dell’Azienda Ospedaliera dei Colli – con i presidi Monaldi, Cotugno e Cto – hanno aderito alla giornata di digiuno in solidarietà con la popolazione civile di Gaza, martoriata da una catastrofe umanitaria che ogni giorno cancella vite, speranze e futuro.
Con un semplice foglio tra le mani, recante la scritta “Digiuno contro il genocidio a Gaza” , gli operatori hanno trasformato un gesto individuale in un atto collettivo, ribadendo il valore universale della cura e della vita. Un gesto che non è solo simbolo, ma pratica concreta di vicinanza a chi soffre, un grido che da Napoli si unisce al coro di chi invoca pace, dignità e rispetto dei diritti umani. «Il digiuno è un simbolo di condivisione del dolore – ha ricordato il direttore generale Anna Iervolino – ma anche un modo per dire che non resteremo indifferenti».
Napoli, città che da secoli conosce cosa significa essere sfruttata e umiliata, non dimentica la sua storia e la trasforma in solidarietà. Ieri vittima di potenze straniere, oggi sorella di chi, dall’altra parte del Mediterraneo, vive sotto le bombe. Non è un caso: i napoletani hanno sempre dimostrato di riconoscere nel dolore altrui un riflesso della propria memoria. Dalle Quattro Giornate di Napoli, quando il popolo insorse contro l’oppressore, al sostegno offerto nei decenni a chiunque bussasse alle porte del Sud, Napoli resta fedele al suo destino: difendere la vita, sempre, senza calcoli né compromessi.
Il digiuno dei sanitari diventa così un messaggio potente: non esistono confini quando a essere calpestata è la dignità dell’uomo. E ancora una volta, da questa città che è stata capitale di civiltà, parte una lezione che il mondo intero dovrebbe ascoltare: non si è davvero liberi se non si lotta anche per la libertà degli altri.