“Sapete chi ci sta riprovando a derubare i meridionali privandoli di sanità, istruzione e diritti fondamentali? Roberto Calderoli e il centrodestra». Con queste parole Rossella Solombrino, segretario del Movimento Equità Territoriale, ha denunciato in un video l’ennesimo tentativo di portare avanti il disegno dell’autonomia differenziata, nonostante la recente bocciatura della Corte Costituzionale. Il ministro Calderoli ha infatti annunciato che entro settembre, prima del raduno di Pontida, saranno concluse le preintese con Veneto, Piemonte, Lombardia e Liguria. Una corsa che – sottolinea Solombrino – ignora la sentenza 192 della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale l’impianto della legge voluta dal centrodestra.
Secondo la Corte, i cosiddetti LEP (Livelli essenziali di prestazione) non possono essere stabilità da commissioni nominate dal Governo, ma dal Parlamento. Inoltre, non è possibile trasferire materia in blocco ma soltanto specifiche funzioni, a fronte di valide motivazioni. Le Regioni non possono trattenere gettito fiscale e, se aspirano all’autonomia, devono dimostrare efficienza, «spendendo meglio e di meno, non di più».

La segretaria del Movimento Equità Territoriale non risparmia critiche al ministro: «Calderoli ha completamente sbagliato la legge e non è la prima volta. Ricordiamolo col porcellum e col federalismo fiscale. In fondo è un ex dentista, quindi la materia giuridica non è proprio il suo forte». Ma la domanda centrale resta: possono andare avanti le preintese? «Assolutamente no», ribadisce Solombrino. «Prima devono essere risolte le problematiche evidenziate dalla Consulta e soprattutto devono essere definiti i LEP, i minimi diritti per tutti».
Il j’accuse si allarga anche al resto delle forze politiche: «Cosa fanno PD, 5 Stelle, e il resto del centrodestra? Ovviamente nulla. L’unico partito che si è esposto è il Movimento Equità Territoriale». Il MET, infatti, ha annunciato una battaglia costituzionale per denunciare la nullità delle prentese e impedire la ratifica della legge. «Renderemo pubblici i nomi di chi voterà contro il Sud – avverte Solombrino – soprattutto dei parlamentari meridionali. Solleciteremo le Regioni a impugnare ogni atto davanti alla Corte e continueremo a vigilare senza abbassare la guardia». Il messaggio finale è chiaro: autonomia differenziata significa «ancora meno diritti, ancora meno scuole, ancora meno ospedali, ancora meno insegnanti, ancora meno medici». E concludono: «Siamo l’unico partito che difende realmente il Sud. Immaginate cosa potreste fare all’interno delle istituzioni».