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Napoli. Il popolo nella guerra d’indipendenza nelle due Sicilie: evento a villa Domi

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Nella spettacolare cornice di 𝐕𝐢𝐥𝐥𝐚 𝐃𝐨𝐦𝐢 (salita Scudillo 19, Napoli) 𝐒𝐮𝐝 𝐞 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐥𝐭𝐚̀ il 𝟐𝟔 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 (inizio ore 9.30, ingresso libero) terrà il ‘IX Convegno Tradizionalista di Napoli Capitale’ dal titolo: Il popolo nella Guerra d’Indipendenza delle Due Sicilie. Nel corso dell’incontro verrà ripercorsa e approfondita l’epopea sfortunata del nostro Sud e verranno individuate le strade che il nostro popolo dovrà intraprendere per riappropriarsi del proprio destino.
Interverranno Marina Lebro, Silvestro Oliva, Maria Carmela Marino, Edoardo Vitale (presidente di Sud e Civiltà), Enrico Fratangelo, Maria Rosaria De Rito, Enrico Fagnano, Giovanni Turco e Vincenzo Giannone.
Guerra d’indipendenza delle Due Sicilie. Questo è il nome appropriato per il conflitto che insanguinò la nostra patria dal 1860 in poi. All’invasione di un esercito sceso per sottometterlo con la forza, il Sud reagì con un’imponente sollevazione popolare, soffocata nel sangue e nel dolore dopo più di dieci anni. Nei luoghi che conobbero le loro gesta, ancora oggi si serba la memoria dei nostri insorgenti.
Per giustificare la violenza della repressione gli invasori li chiamarono ‘briganti’. Lo fecero per disprezzarli e perché la gente si vergognasse di amarli. Eppure erano stati Garibaldi e i Savoia a infrangere ogni legge, invadendo il Regno del Sud contro la volontà della stragrande maggioranza dei suoi abitanti. Ma il sentimento popolare è difficile da sradicare: così le figure di spicco di quella rivolta sono entrate nel cuore della nostra gente e il loro nome suscita ancora oggi fremiti di libertà.

Gli storici di regime, indispettiti dalla inefficacia della loro retorica propagandistica e trascurando un secolo e mezzo di storiografia seria, diffondono sfacciatamente la loro tesi antiscientifica, attribuendo alla grande rivolta popolare del Sud (e sarebbe un caso unico nella Storia!) natura criminale. E coerentemente si sforzano di dimostrare che il nostro era un popolo disumano, composto da selvaggi, in modo che sia impossibile immedesimarsi con loro.
In effetti l’Italia non vuole sanare le ferite di quella guerra. Anzi, per faziosità ideologica e convenienza politica, getta il sale sopra quelle ferite!
Il Sud è stanco di questa narrazione offensiva e strumentale, contraria a ogni logica e ad ogni evidenza. Le assurdità tuttora sostenute da certa storiografia ‘servile’ vanno confutate e il frasario degli invasori coloniali va sostituito da quello non inquinato dalla propaganda. Lo dobbiamo alla nostra gente e ai protagonisti calunniati o dimenticati di quella eroica difesa.

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