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Rete civica meridionale: il nuovo fronte meridionalista unisce Calabria, Puglia e Campania

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Rubrica Libera ‘L’indipendentista’ a cura di Stefano Bouché
C’è un filo che lega le nuove classi dirigenti del Mezzogiorno: si chiama Rete civica Meridionale (RCM). Un progetto politico e culturale che, partendo da un’idea semplice — fare squadra tra le regioni del Sud — sta conquistando consensi e adesioni concrete. In Calabria, sono già 37 i candidati che hanno sottoscritto l’appello della Rete, tra cui due candidati alla presidenza: Pasquale Tridico e Francesco Toscano. Quattro di loro sono stati eletti: lo stesso Tridico, Enzo Bruno, Filomena Greco ed Elisa Scutellà. Segno che il vento sta cambiando e che il Meridione, forse, inizia davvero a “fare sistema”.

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Ma la Rete non è solo calabrese. In Puglia è guidata da Davide Carlucci, giornalista e fondatore del movimento, mentre in Campania l’impegno passa attraverso figure note come Antonella Ciaramella, consigliera uscente, Marco Esposito, giornalista e scrittore, e Giuseppe Irace, segretario nazionale di Per le Persone e la Comunità . Tutti uniti da una visione comune: costruire una linea progressista e meridionalista, che riporti al centro la questione del Sud.

Il primo punto del Decalogo RCM è chiaro e netto: “No all’Autonomia Differenziata e al regionalismo fiscale”. Una presa di posizione che rappresenta la linea di confine tra chi difende l’unità sostanziale del Paese e chi, invece, rischia di accentuare il divario tra Nord e Sud. Tra gli altri punti, emergono temi concreti e spesso dimenticati: trasparenza sui fondi destinati al Mezzogiorno, applicazione reale della clausola del 40% delle spese in conto capitale prevista dalla legge del 2017 (mai rispettata), una revisione del piano sanitario nazionale, la promozione del turismo identitario e di radici, il diritto alla casa, la bonifica dei territori e la valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche.

Ma c’è soprattutto una parola d’ordine: “fare rete”. L’obiettivo dei candidati RCM delle tre regioni è creare un coordinamento stabile tra i consiglieri eletti del Sud per elaborare strategie comuni contro le politiche antimeridionaliste dei governi nazionali. E allo stesso tempo promuovere relazioni politiche, culturali ed economiche con i Paesi del Mediterraneo, riaffermando la vocazione naturale del Sud come ponte tra Europa e Africa.

Un impegno concreto riguarda anche il sistema infrastrutturale dei trasporti, con l’idea di sviluppare una rete di porti meridionali — da Gioia Tauro a Taranto, da Napoli ad Augusta, senza dimenticare Barletta, Bari, Brindisi e Salerno — per rendere il Mezzogiorno protagonista del traffico commerciale del Mediterraneo. La Rete per la Costituzione Meridionale si propone così come una piattaforma aperta, un luogo di dialogo e azione per tutti coloro che vogliono ripristinare dignità e futuro al Sud.
Un movimento che non si limita a denunciare, ma propone.
Un fronte che, dopo anni di divisioni, tenta finalmente di ricucire il tessuto politico, sociale e produttivo del Mezzogiorno.

E forse, da questa volta, il vento del Sud soffia davvero nella stessa direzione.

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