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Muscarà: “Nomine illegittime, conflitti d’interesse e fedeltà politica: la Regione Campania è ormai un ufficio di collocamento fiduciario”

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«Ad agosto la Regione Campania ha sfornato una serie di nomine fiduciarie, scavalcando vincitori di concorsi pubblici e premiando invece chi quei concorsi li aveva persi. Un sistema che calpesta il merito e piega la pubblica amministrazione a logiche di appartenenza politica».
A denunciarlo con forza è la consigliera indipendente Marì Muscarà, che nelle scorse settimane ha presentato una dettagliata interrogazione scritta alla Giunta regionale in merito al conferimento degli incarichi dirigenziali ex DGR n. 94/2025, n. 123/2025 e n. 590/2025.

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«È indecente – spiega Muscarà – che, a pochi mesi dalle elezioni, si proceda a nomine dirigenziali senza alcuna procedura comparativa, senza criteri di valutazione, senza punteggi, senza commissioni tecniche. Tutto avvolto da un misterioso “velo fiduciario” che serve solo a garantire fedeltà politica e a mantenere il controllo di Giunta e Consiglio».

L’interrogazione, depositata con protocollo n. 115 del 2 settembre 2025, denuncia la violazione dei principi di trasparenza, meritocrazia e separazione tra politica e gestione, prevista dallo Statuto regionale e dal d.lgs. 165/2001.
Muscarà sottolinea inoltre l’enorme conflitto di interessi che riguarda il Capo di Gabinetto della Giunta, avvocato Almerina Bove, che avrebbe cumulato incarichi dirigenziali nell’Avvocatura regionale, in palese contrasto con le norme sulle incompatibilità e sull’imparzialità della difesa legale dell’Ente.

«Siamo davanti – aggiunge Muscarà – a un caso da procura: una persona che ricopre ruoli fiduciari politici e allo stesso tempo difende la Regione nei tribunali. Una situazione incompatibile e gravissima, che mina la credibilità delle istituzioni e la distinzione dei poteri».

La consigliera segnala anche nomine discutibili nell’area legale e sanitaria, inclusa la riconferma di dirigenti coinvolti in vicende opache come quella dei rifiuti inviati in Tunisia, per la quale il ministro dell’Ambiente tunisino è stato arrestato due anni, mentre in Campania «tutto è rimasto impunito e i responsabili addirittura promossi».

«Ho ricevuto segnalazioni da funzionari interni, da giuristi e persino da consiglieri di maggioranza indignati. È inaccettabile che chi ha gestito la sanità campana – e i disastri che conosciamo – venga oggi riconfermato nei medesimi ruoli. Così si cementa un sistema di potere che umilia la competenza e premia la fedeltà politica».

La sentenza del Tribunale, che ha censurato totalmente l’operato della Regione, definendolo “opaco e inafferrabile”, conferma nel modo più chiaro quanto denunciato da Muscarà nella sua interrogazione.
«Le annunciate dimissioni dell’avvocato Bove – prosegue la consigliera – rappresentano la prova concreta di quanto segnalato da me in Consiglio: il conflitto d’interessi era talmente evidente da rendere inevitabile una resa dei conti. Non si può restare al vertice di una struttura che si è costruita sul principio della fedeltà personale anziché su quello del merito e della trasparenza».

Il Tribunale amministrativo, ha già sospeso tre incarichi dirigenziali giudicando illegittima la procedura di conferimento.
«È solo l’inizio – conclude Muscarà –. Io ho fatto la mia parte in Consiglio, ma ora tocca alla magistratura. La Campania merita trasparenza, non clientele; merita concorsi pubblici veri, non nomine di palazzo».

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