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Il presepe vivente di Luigi De Simone: 45 anni di un miracolo popolare che vive ancora oggi raccontato in un libro

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Nel cuore del Vesuviano, tra le strade antiche di Sant’Anastasia, esiste una tradizione che ha superato il tempo, le mode e persino i cambi di generazione. È il presepe vivente dei Giocondi, nato nel 1981 grazie alla visione di Luigi De Simone, neuropsichiatra napoletano, uomo di teatro, fede e impegno civile. Oggi, nel 2025, questa tradizione compie 45 anni di vita continuativa e si conferma come una delle esperienze popolari più radicate e autentiche dell’intero Mezzogiorno.

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Il nuovo libro di De Simone — Come a Greccio — pubblicato da Neomediaitalia, era già nel 2023 un lavoro prezioso; oggi, alla luce di questi due anni trascorsi e delle nuove edizioni del presepe, appare come un vero manuale di resistenza culturale. Un testamento artistico e spirituale che racconta con lucidità il “dietro le quinte” di uno dei pochi presepi viventi italiani capaci di riprodursi ogni anno, con lo stesso spirito della prima volta, come fece Francesco d’Assisi otto secoli fa a Greccio.

De Simone, oggi oltre i settant’anni ma ancora guida instancabile, nel libro riannoda episodi, aneddoti, difficoltà tecniche e prove di fede. Racconta l’entusiasmo popolare che nacque quasi per caso: una richiesta della Pro Loco, un progetto teatrale che si trasformò in tradizione, la gente che scendeva in strada dopo il cenone e si ritrovava catapultata “in una fiaba”. Da quel momento, migliaia di volontari, famiglie e figuranti hanno dato vita a una storia collettiva che è diventata patrimonio del Sud.

Negli ultimi anni, nonostante le sfide organizzative e i cambi generazionali, il presepe vivente dei Giocondi non ha mai perso la sua forza originaria: riempire le strade del borgo Sant’Antonio con torce, costumi, suoni e un’atmosfera capace di riportare la comunità nel cuore della Natività. Un rito popolare che ha segnato bambini, genitori, nonni e che continua, ancora oggi, a trasformare Sant’Anastasia in un piccolo frammento di Betlemme.

Il pocket Come a Greccio, arricchito dalle fotografie di Salvatore Giordano, non è solo un libro, ma un documento culturale: “un diario di bordo”, come si legge in quarta di copertina, che raccoglie memorie, fioretti ed emozioni di una comunità che da 43 anni si consegna, ogni Natale, a un’opera che unisce teatro, fede, identità e tradizione.

Oggi, nel 2025, quel presepe è ancora qui.
Resiste, cresce, si rinnova.
Continua a essere uno dei simboli più puri del nostro Sud: un luogo dove l’identità non si racconta, ma si vive.

Perché certe magie non appartengono al passato, che nel presente torna a vivere.
Appartengono a chi le tiene in vita, anno dopo anno.

(Fonte caffeletterari.it)

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