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“Napoli dice basta”: San Gregorio Armeno si schiera per la pace e contro il genocidio

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Nel cuore pulsante di Napoli, là dove ogni anno prende vita il presepe più celebre del mondo, l’arte si è fatta denuncia e il silenzio si è spezzato con forza. L’Associazione Le Botteghe di San Gregorio Armeno ha scelto di alzare la voce contro il genocidio in Palestina, mettendo al centro della strada dei pastori un simbolo potente: una Natività napoletana avvolta dalla bandiera palestinese. Al suo fianco, un messaggio senza mezzi termini, scritto in lingua napoletana e italiana:
“Sotto ‘e bbombe moreno ‘e creatura. E si ce stamme zitti, murimmo pure nuje. Fermate il genocidio – Due popoli, due stati.”

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Un gesto che attraversa confini e religioni, capace di fondere l’identità partenopea con la sofferenza di un popolo martoriato. Un presepe che non racconta solo la nascita del Bambinello, ma anche la necessità di difendere ogni infanzia, ogni vita, sotto ogni cielo.

«Il presepe è da sempre un messaggio di pace – ha dichiarato Vincenzo Capuano, presidente dell’associazione – e noi artigiani non possiamo restare a guardare. La Natività oggi non può che gridare: fermate il genocidio!»

Accanto agli artigiani, la voce commossa di Jamal Qaddorah , rappresentante della comunità palestinese: «Napoli ci ha stretto in un abbraccio. Ma mentre siamo qui a parlare, a Gaza continuano a morire innocenti. Il silenzio è complicità.»

Presente anche Ciro Silvestri , portavoce del sindacato FISI: «Il popolo napoletano ha sempre scelto la parte della giustizia. Anche oggi, non possiamo non schierarci: con la vita, con la libertà, con i bambini che chiedono solo di vivere.»

Emilio Caserta , direttore del quotidiano L’Identitario , ha voluto sottolineare la portata universale del messaggio partito da San Gregorio Armeno:
«Qui dove si scolpisce la speranza, non possiamo permettere che il mondo taccia. Napoli è città di pace. E la pace si difende a voce alta. I bambini non si toccano. Mai.»

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