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Il Ponte sullo Stretto: spreco o occasione per unire davvero l’Italia o almeno il Sud?

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Rubrica libera a cura di Stefano Bouché: L’Indipendentista

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Il recente stop della Corte dei Conti al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è solo l’ennesima conferma di un errore di prospettiva: è così e lo è da qualsiasi latitudine si voglia inquadrare la fattispecie. Perché se è vero che da anni si continua a inseguire il sogno di un’opera monumentale mentre il Sud affonda tra infrastrutture vecchie, strade dissestate, treni che arrivano con ore di ritardo, ospedali che chiudono e giovani che partono; dall’altro non si comprende il perché si sollevino tanto criticità quando ciò che è da costruire è, guarda un po’, al Sud del Garigliano.

Non dovrebbe essere un problema ideologico, ma di buon senso: rischia però di diventare solo ed esclusivamente una questione di approccio ideologico appunti. Molti sostengono, anche giustamente, che prima di pensare a collegare due sponde, bisognerebbe garantire che chi vive da una parte e dall’altra possa lavorare, studiare, curarsi e restare nella propria terra. Spendere miliardi per un ponte potrebbe restare, pertanto, solo un simbolo più che una soluzione magari addirittura un insulto a chi ogni giorno affronta i disservizi del Mezzogiorno.

D’altra parte, se si è arrivati a questo punto al Meridione, perché si dovrebbe cambiare registro? Non può sfuggire ai più che la costruzione di un Ponte, che vuole innanzitutto l’Europa tra le altre, è un’occasione irripetibile che potrebbe determinare lo shock fondamentale, l’incentivo ineludibile, il big bang tanto atteso da cui iniziare un vero cambio di rotta. Si parla di progresso, sul punto, ed il progresso se non è solo cemento – bensì un treno che arriva in orario, un ospedale efficiente, una scuola moderna, un porto che funziona, un’impresa che trova strade e internet per crescere – non disdegna la strutturazione di Grandi Opere. Il Sud non ha bisogno di un ponte? Può darsi, perché è vero che ciò che appare di maggior necessità impellente è rappresentato da una rete di persone, idee e investimenti concreti. In ogni caso un Ponte può essere la giusta occasione di unire l’Italia, e di unirla all’Europa, spingendo le necessarie prospettive che passano per lo sviluppo tanto del lavoro, quanto della sanità, istruzioneved ogni sorta di infrastrutture che oramai mancano al Sud da troppo tempo. Senza un combinato disposto complesso come quello descritto tutto si inserisce in una solita, mera, propaganda da campagna elettorale. Un ponte può unire due sponde di mare ed a chi crede che non basti a colmare il divario tra chi promette e chi aspetta risposte da decenni, io rispondo che è meglio che si faccia. Certo pensare che alla fine sia così voluto dalla Lega lascia pensare. Eh sì lascia pensare che, al di là di interessi e meschinità, pur sanabili dal principio vichiano di eterogenesi dei fini, resta una continua, sconsolata, incapacità del Sud di darsi una rappresentanza politica comune!!

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