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Caldo come il Covid? Cambia l’emergenza, resta la propaganda e le solite etichette contro i No…qualcosa! Alternative? Le solite “soluzioni”, #IoRestoaCasa

Il Seggio del Popolo - Locanda


di Emilio Caserta

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In quest’ultimo periodo sembra essere incessante la propaganda contro chi la pensa diversamente sui cambiamenti climatici, magari contro coloro che sono andati a consultare i documenti storici sulle temperature dall’epoca romana per oltre duemila anni, o magari per i più coraggiosi ancora prima. Questa volta li chiamano “negazionisti climatici”.
Nulla di nuovo, le solite etichette per screditare chi ha dei dubbi sul cosiddetto pensiero unico. Le proposte? La Solita storia i soliti schemi. Da una parte vediamo (i) Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che ha definito l’emergenza caldo come il Covid, proponendo nuovamente Smart Working e cassa integrazione dopo i 33 gradi; dall’altro lato abbiamo (i) Bonelli, leader dei Verdi che avrebbe chiesto una legge contro il “negazionismo climatico”, ossia coloro che negherebbero i cambiamenti climatici antropici.

Non è finita qui, in quanto anche il ministro Calderone avrebbe proposto lo smart working per il lavoro, ed in alcune città europee sono state “consigliate forzatamente” chiusure lavorative per le ore ed i giorni più caldi. Il caldo come il Covid? Ma anche come la guerra o come il terrorismo. Gli schemi sarebbero sempre gli stessi, cambia l’emergenza resta la propaganda ed il nemico non è la problematica numero uno, ma chi la pensa diversamente. Il solito dividi et impera, con la solita ‘minaccia’ presentata come un ‘consiglio’: “Se non ti vaccini, muori o fai morire; se non credi a questi dogmi sei un “negazionista”, se non spegni il condizionatore non vuoi la pace e sei un putiniano, ed oggi, su quella scia, se non credi al cambiamento climatico per colpa dell’uomo, sei un “negazionista climatico” e dovresti andare in galera.
‘ Io Resto a casa ’ sarà il mantra del terzo millennio? Questo detto ci ha accompagnato per due anni; non si poteva uscire per paura di infettarsi, oggi non bisogna uscire per le emergenze climatiche, come se a casa non facesse caldo e tutti avessimo la possibilità di pagarci un condizionatore, o magari serve per risparmiare le cause di servizio ed abbassare i dati delle morti sul lavoro? Che poi nessuno ci ha detto se i condizionatori li possiamo riaccendere, oppure secondo Draghi ci sarebbe ancora la guerra, che poi è così. ‘Io Resto a casa’ se ci sono le alluvioni o gli uragani, e magari resto a casa in Smart Working (che ormai non ci abbandona più), perché così l’azienda risparmia sull’aria condizionata, sul riscaldamento e magari, cosa più importante, su un gruppo compatto che al lavoro avrebbe l’opportunità di conoscersi e coalizzarsi in caso di ingiustizie e licenziamenti, mentre a casa…sei solo!
Che poi non si capisce, i troppi malori, anche tra i giovani, dicono per il troppo caldo: come se in Africa fossero tutti morti di caldo, oppure in Norvegia tutti di freddo. Cambiano, infine, le emergenze ma resta la domanda: “Quale sarà la soluzione a tutto questo? Altri lockdown? Altri green pass, magari con auto elettriche e case ‘a norma’, all’ultimo modello altrimenti non puoi circolare, oppure come vuole la UE non puoi vendere o fittare? Altre costrizioni? Tanto la risposta c’è: “Smart Working ed elettrico oppure sei un negazionista”.

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