Home Attualità Inflazione, una “tassa” Iniqua

Inflazione, una “tassa” Iniqua

L'inflazione colpisce sempre i poveri che non la causano

Il Seggio del Popolo - Locanda

di Prof. Enzo Maiorana
L’inflazione è come se fosse una tassa perchè riduce il potere d’acquisto. E’ iniqua perchè non colpisce tutti nello stesso modo. E’ una legge economica che si caratterizza per un aumento dei costi su beni e servizi causata da un aumento della domanda come conseguenza di miglioramenti dell’economia, con aumento della ricchezza. Se una inflazione contenuta è un fatto positivo, nei casi di aumento eccessivo penalizza l’economia. Per ridurla i Governi utilizzano la leva monetaria, infatti, con l’aumento del costo del denaro si riduce la massa monetaria circolante e quindi la domanda.
Questo fenomeno inevitabile nelle economie di mercato, ha in sè una logica ingiusta perché è provocato dalle persone con maggiore ricchezza, viene subìto dai più poveri che non ne sono mai responsabili. Non solo ma stessa terapia dell’inflazione che consiste nell’aumentare il costo dei prestiti finisce con lo scaricare gli effetti negativi sulle fasce più deboli, perchè con la riduzione dello sviluppo economico aumenta la disoccupazione e quindi la povertà. L’alta inflazione che oggi stiamo soffrendo, ha origine diverse perchè non è stata determinata dall’aumento della domanda di beni e servizi, ma da una loro riduzione a causa della pandemia e dal maggior costo dell’energia, conseguenza della guerra Russo-Ucraina che é aumentato di circa 10 volte. Questo ha comportato un aumento dei costi di produzione dei beni e quindi di conseguenza, l’inflazione.

Pur riconoscendo cause diverse, la terapia usata per il suo contenimento dalla BCE è stata la stessa. E’ stato di molto aumentato il costo del denaro e oggi si rischia che il danno della terapia possa essere maggiore della malattia. Infatti, le conseguenze delle scelte della BCE comporteranno una riduzione dello sviluppo economico già debole, perchè uscivano da una grave crisi con conseguente minore occupazione che, per i Territori che già lamentavano una alta disoccupazione, è deleteria. L’attuale persistere della nostra inflazione comincia sempre più ad assumere i caratteri della inflazione egoistica, perchè pur essendo tornati i costi dell’approvvigionamento dei prodotti energetici ai livelli pre-crisi, le Società non hanno parallelamente ridotti i costi nella distribuzione alle aziende e ai cittadini: vedi i costi del gas, dell’elettricità e dei carburanti che si sono ridotti di pochissimo.

Le conseguenze economiche in un Paese uniforme, vengono sopportati in modo uguale dai cittadini ma in un Paese nettamente duale come l’Italia, le conseguenze economiche sono diverse per le Regioni del Sud e per quelle del Centro-Nord. Negli ultimi anni, infatti l’emissione ha aumentato il gap economico e sociale tra i cittadini del Sud rispetto agli altri. Cosa fare? Di certo la soluzione non è semplice, ma la grave situazione avrebbe imposto o imporrebbe una attenta discussione per il Governo. Intanto una riflessione. Lo Stato italiano è proprietario del 32% di ENI e ENEL, perchè non imporre una riduzione dei costi energetici che forniscono visto l’attuale minor costo del loro approvvigionamento? Perchè permettere che continuino a speculare con danno di tutti gli italiani? Perchè non tassare i superguadagni che hanno accumulato?
Lo Stato nei periodi di inflazione guagagna di più perchè con l’aumento dei costi aumenta l’IVA e il fatturato ma è una visione miope, perchè l’aumento del costo del denaro si riflette sul debito pubblico in quanto l’emissione dei BOT E BTP prevedono un costo maggiore e già paghiamo un costo di circa 80 miliardi di euro l’anno a vantaggio di chi compra il debito pubblico.
Trattasi di uno stimolo per riflettere

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Enzo Maiorana

(immagine da nonsprecare.it)

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