Home Cultura Storia Ferdinando II di Borbone ed il Ponte di Surriento

Ferdinando II di Borbone ed il Ponte di Surriento

Il Seggio del Popolo - Locanda

di Giuseppe Giunto
Molto spesso ci capita di attraversare una strada, una piazza, un ponte e non ci accorgiamo della sua importanza. Diamo per scontata quella strada, o quella piazza, ma non ci domandiamo mai il perché della sua presenza, notiamo intorno a noi delle infrastrutture, ne usufruiamo, ma non ci soffermiamo mai su il perché di quell’opera. Quante volte ci è capitato di passare per Maddaloni e notare l’acquedotto Carolino, oggi sappiamo chi lo ha costruito e a cosa serve, quando prendiamo il treno per andare a Salerno e non ci accorgiamo che stiamo percorrendo la prima linea Ferroviaria d’Italia, La Napoli-Portici. Il Corso Vittorio Emanuele, già Corso Maria Teresa, una stradavoluta anche questa da Ferdinando II nel 1852, considerata la prima Tangenziale aperta al pubblico. Tanti di noi attraversano la storia, e mai nessuno si sofferma un attimo a pensare al valore di quell’opera. Fortunatamente ci pensano le varie lapidi che con le loro epigrafi ci raccontano perchè sono lì e chi le ha costruite. C’è una strada, un ponte nel Comune di Qualiano, che la gente del posto conosce benissimo, che nell’indifferenza attraversa e, non sa o ignora della sua importanza. Basterebbe leggere la grande lapide che incisa descrive la storia di questa strada. Ma facciamo un passo indietro…

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È  il 1850 Ferdinando II re delle Due Sicilie fa costruire il Ponte Surriento.

Il Ponte Surriento fu costruito in epoca borbonica per volontà di Ferdinando II, nell’ambito dei lavori di sistemazione della Via Campana, resa strada provinciale allo scopo di superare il sottostante Alveo dei Camaldoli, nel comune di Qualiano. Un importante opera eseguita nell’ambito dei lavori di rivalutazione della zona periferica della città di Napoli, questo asse stradale che collegava l’intero territorio comunale nei suoi confini ovest e sud-est ne era testimonianza. Si crede che questo ponte, con la sua strada furono eseguiti per rendere più agevole il tragitto per la MASSERIA DEL PRINCIPE, una masseria che era di proprietà del fratello di Ferdinando II, questa diceria non ha fondamento, e si cerca di infamare un’opera di Ferdinando II, come si cerca di infangare la Napoli-Portici descritta come il capriccio/giocattolo del re di Napoli. Il ponte unisce una rettilinea e maestosa strada, trà i comuni di  Marano con Pozzuoli.

Il Cattolicissimo Ferdinando II, nell’esecuzione della strada, durante i lavori all’altezza della chiesa parrocchiale fece abbattere un gruppo di case probabilmente queste ne impedivano la visione, praticamente un’operazione di sventramento urbano, usando il gergo ingegneristico, sicuramente migliore di quelli attuali. Per l’epoca il Ponte Surriento, era un’opera di grandezza ingegneristica superiore, fatto costruire di tre arcate a tutto sesto, finemente lavorato, con cubi di trachite misto a blocchi di tufo giallo e mattoni di argilla. Nei pressi del ponte, sulla strada Borbonica, il re fece porre una lapide bianca, ancora esistente per ricordare la Strada e il Ponte. Con la seguente iscrizione:

VIAM AB ACRO IULIANO USQUE
PUTEOLOS
CAMPANAM OB HONOR ROM. NOMI-NIS DICTAM
AD EXERCENDA COMMERC. OPIMAE
CIRCUM REGIONIS17
CUM ORA MARITIMA
FERDINANDUS II UTR.SIC.REX.
STRAVIT PER IX PASSUUM MILIA
PONTEM QUE REGIA MUNIFICENTIAE
TESTEM
PRAERUPTIS IMPOSUIT

AN MDCCCL

(Ferdinando II re delle Due Sicilie, fece costruire per nove miglia la Via da Giugliano a Pozzuoli detta Campana, per l’onore dei Romani, per i rapporti commerciali della circostante fertile regione col mare e sulle rovine gettò un ponte a testimonianza della regale munificenza – nell’anno 1850).

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