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Il Turismo di Massa rovinerà la città? Assolutamente No. Risposta a Storie di Napoli. Noi giovani salveremo la città, ma basta attaccare il turismo

Grazie anche a questo turismo il mondo sta conoscendo Napoli, ora dobbiamo salire di livello, senza perdere la dignità

Il Seggio del Popolo - Locanda

Veramente interessante l’articolo ed il video pubblicato da Storie di Napoli, con l’intervento di due promettenti giovani napoletani Davide D’Errico e Federico Quagliuolo, che hanno sviscerato le ‘problematiche’ che la città sta affrontanto con un turismo di massa che rischierebbe di rovinare la città di Napoli.

Comprensibile l’appello che si vuole fare alle forze napoletane di pluralizzare il business su Napoli, ossia sviluppare una visione della città anche sotto un “direttore artistico“, ce ne sono stati tanti nella storia che però non abbiamo mai chiamato in questo modo, da diversi anni propongo di farlo fare a Dolce&Gabbana, che tra l’altro sono stati tra i ‘primi’ qualche anno fa ad investire sul ‘brand’ Napoli, organizzando degli eventi straordinari con gli occhi puntati di tutto il mondo. Cosa servirebbe a Napoli? Non certo la classe dirigente che abbiamo ora, unica colpevole di tanti danni e problemi che continuamo a vivere. Serve invece un nome, o dei nomi di rilievo internazionale, che conoscono Napoli e che le diano un tocco di classe alla città, facendole fare un salto di qualità agli occhi del mondo, senza mai toccare ed offendere l’identità e la cultura del nostro popolo.
Non si può non essere d’accordo sulla manovra di ‘SoftPower’ che Napoli può dare “brandizzando” Napoli, creando veramente tante opportunità di lavoro, praticamente “vendendo” al mondo il proprio nome, come viene fatto da altre città come “Venezia”, quindi aumentare lo spessore di Napoli agli occhi del mondo.

Non riesco invece a capire come, negli ultimi tempi, si stia attaccando fortemente il turismo: proprio grazie al fatto che oggi possiamo ragionare parlando di branding e di altre terminologie, è proprio perchè a Napoli c’è il turismo come lo conosciamo. “Ora che Napoli piace a tutti a me non piace più”, il detto che molti stanno rilanciando, compreso nel post di Storie di Napoli. Grazie a questo turismo, Napoli viene conosciuta in tutto il mondo creando un circolo virtuoso. “Napoli, cibo, food, top sulle ricerche google” porta a tanto altro, ma si parte da qui. Viviamo una crisi culturale senza precedenti in percentuale, nella storia di questo Paese, forse anche fuori, distratti quotidianamente da tik tok, social e food. La cultura è un termine che va oltre, la gente va attratta con il cibo e proprio da li si passa divulgando la cultura: d’altronde, dove chiude una libreria, oggi apre una paninoteca.
Giusto parlare di opportunità, giusto criminalizzare coloro che hanno fatto un Business spietato sminuendo di fatto la città, con la mitizzazione del male a Napoli, come i Gomorra e mare fuori di turno. Non voglio dimenticare il TOUR DELLA CAMORRA – “MAFIA TOUR”, portava soldi? In maniera sbagliata. Con un video denuncia, lo feci togliere personalmente, ed oggi non esiste più.

Quindi: IL TURISMO DI MASSA ROVINERA’ NAPOLI? Assolutamente no, soprattutto fino a quando la classe politica darà alla città le briciole per sopravvivere, è una sorta di autonomia della città per portare il pane ogni fine mese.

Non dimentichiamo che proprio grazie al turismo oggi c’è più lavoro a Napoli ed anche se riusciamo a far partire un giovane in meno dalla città, è una vittoria. Ricordate l’articolo di Le Monde? “Napoli farà la fine di Barcellona, se continua così?“. Anche qui replicai. Al di là di qualche borghesuccio, Napoli è e resta dei napoletani, un primo lancio è stato fatto, ora bisogna raddrizzare il tiro.

L’anima della città, quella vera, siamo noi che crediamo, amiamo e valorizziamo la città.

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