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La verità che avanza da Cialdini a Vittorio Emanuele II, quei ‘vincitori’ stanno ‘salutando’ le vie a loro dedicate ingiustamente

Il Seggio del Popolo - Locanda

di Giuseppe Giunto
Il Gen. Enrico Cialdini, lungamente considerato eroe dalla storiografia risorgimentale, è stato oggetto di un processo di revisione storica, diventando, soggetto di numerose critiche e disconoscimenti. Il comune di Pontelandolfo, paesino della provincia di Benevento, è stato riconosciuto come “luogo della memoria” per il massacro dei suoi cittadini nell’agosto 1861, perpetrato dalle truppe Piemontesi (Bersaglieri) su ordine superiore di Cialdini, l’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato ha chiesto ufficialmente scusa alla “città martire” nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni della cosiddetta unità d’Italia. Alle scuse di Amato si sono aggiunte anche quelle di Graziano Del Rio, all’epoca presidente dell’ANCI, quelle del sindaco di Reggio Emilia (città che, oltre ad avere intitolato al generale una strada e il palazzo della questura, ospita anche un suo busto nel porticato centrale del municipio), scuse pronunciate alla presenza del vicesindaco di Pontelandolfo sotto il busto di Cialdini, non senza qualche imbarazzo da parte dell’amministrazione comunale.

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Dopo il 1861, molte città intitolarono piazze, strade a Cialdini, esposero suoi busti e gli concessero la cittadinanza onoraria.. La stessa Napoli, dove Cialdini risiedeva all’epoca dei fatti ricomprendo il ruolo di Luogotenente Generale del Regno, a nome di Vittorio Emanuele II si diede la cittadinanza onoraria. Ma a partire dai primi anni del XXI sec. diverse città, come Venezia, Catania, Palermo, Casamassima, Barletta e Lamezia Terme hanno rimosso il suo nome dalle strade precedentemente intitolategli. In quest’ultima città, via Cialdini è stata dedicata ad Angelina Romano, una bambina di nove anni che fù fucilata nella strage di Castellammare del Golfo proprio dai Bersaglieri, mentre Vicenza ha rinominato la piazza dedicata a Pier Eleonoro Negri altro ufficiale con le piume al cappello, colonnello e luogotenente di Cialdini in occasione del ricordo del massacro, è stata intitolata; piazza Pontelandolfo.

Il 26 dicembre 2016 il consiglio comunale di Napoli ha deliberato all’unanimità una mozione indirizzata al sindaco di Napoli affinché sollecitasse la locale Camera di Commercio di Napoli a rimuovere il busto di Cialdini dal salone delle contrattazioni (busto tuttora nella sua posizione). Il 20 aprile 2017, inoltre, lo stesso comune di Napoli, «come atto di riconoscimento della memoria storica delle vittime delle stragi che il generale Cialdini ha perpetrato nel territorio Campano e nel Mezzogiorno d’Italia», ha ritirato la cittadinanza onoraria che gli era stata concessa. Il processo a questi cosiddetti eroi risorgimentali non si è ancora arrestato, anzi, nel mirino è finito oltre Cialdini, Pier Eleonoro Negri e, il braccio destro di Garibaldi Nino Bixio colui che sbarca in Sicilia è si fa ricordare con il titolo di macellaio, ed assassino di innocenti. Emblematico il processo falsa nel piccolo municipio di Bronte, questi dopo una sentenza senza prove, fa fucilare dei cittadini innocenti e dà alle fiamme decine di case. Tutto questo in nome di una fantomatica Unità d’Italia. In Italia purtroppo, ancora ci sono citta, piccoli comuni, con strade e piazze intitolate a questi personaggi. Poi ci sono altri piccoli centri e comuni con grande senso civico, ed umanità che non esaltano gli assassini, ma lì cancellano dalla storia. Come a Rometta, nel Messinese, via Bixio è diventata “via delle vittime della strage di Bronte” il comune di Biccari (FG)cancella il nome di Bixio per dedicarla ai martiri di Pontelandolfo. Ma le cose cambiano, la verità con il tempo viene fuori come un fiume in piena, citando una frase di Pino Aprile nel suo Carnefici: ricordatevi, quando una cosa nessuno te la vuole dire, allora la terra si crepa, si apre e parla! 

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