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Gabriel Passaretti da un viaggio in Grecia alla riscoperta delle proprie radici. “Da Napoli alla Sicilia fino alla Grecia siamo tutti fratelli”

Il Seggio del Popolo - Locanda

Gabriel Passaretti è un giovane con un passato da archeologo che proprio in questo periodo sta affrontando un bellissimo quanto complicato viaggio per la riscoperta delle radici elleniche, in motocicletta. Di recente un video diventato virale dal titolo “Siamo figli della stessa madre”, ha lasciato veramente un segno in cui si vede un uomo greco che regala la bandiera e della frutta a Gabriel, sottolineando la fratellanza tra il popolo napoletano, siciliano e quello greco.

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“È stata una cosa del tutto inaspettata l’incontro bellissimo che ho avuto con quello che ormai posso definire, un fratello greco – ha dichiarato Gabriel a “L’Identitario” – Mi trovavo in direzione Parco naturale di Vikos a 800 m di altitudine, quando ad un certo momento mi ha fermato questo signore donandomi la sua bandiera greca, e ripetendomi di quanto siano fratelli Greci e Magno-greci”.

Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso di esplorazione della Grecia, specialmente in moto?
Io sono Archeologo, ed ho sempre avuto un rapporto speciale con la Grecia, ma il mio è un progetto di esplorazione più grande per andare alla scoperta della culla della nostra civiltà. Mia madre ha origini greche, e questo è un ritorno nella patria che accomuna tutti noi meridionali.

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Come è nata questa passione per la nostra storia, soprattutto quella vera e non quella a cui non crede più nessuno sulla nostra arretratezza?
L’ho sempre avuto dentro, poi documentandomi ho vissuto quel senso di rabbia e di riscatto che prima non avevo. Quando cominci a farti tante domande molte cose non tornano, ho vissuto poi al Nord da bambino, in Toscana per il lavoro da albergatore di mio padre, ed ho provato spesso sulla mia pelle quelle discriminazioni antimeridionali, che inizialmente reputavo lontano ed anzi credevo fossero veritiere le storie sui raccoglitori di mandarino. Addirittura, trovavo dei fogli con su scritto ‘Terroni, lavatevi’ sulla macchina di mio padre. Dopo l’uscita del film al cinema di Pasquale Squitieri ‘Li chiamarono Briganti’, ho unito i punti ed è cominciato il mio interesse per la verità storica sul Sud e sulla nostra storia che non inizia dal Regno delle due Sicilie, ma ha radici molto più antiche.



Cosa hai avvertito in questi luoghi e con queste persone, che ci sono storie dimenticate che andrebbero recuperate? Ma soprattutto che ruolo ha per te la riscoperta della propria identita?
Il video che ho pubblicato sul mio Instagram è solo una piccolissima parte, ho parlato tanto con questo greco che ha sottolineato la nostra fratellanza. Oggi l’identità è l’unica caratteristica che ci può distinguere dall’uomo massa. Noi, cosi come gli irlandesi, il popolo basco, ecc… abbiamo la fortuna di essere riusciti in qualche modo a resistere a questa assimilazione coatta e violenta che c’è stata nei confronti della tradizione. Siamo uomini della tradizione! Io non sono un tipo molto social, ma ho visto quanto effettivamente decidere di fare un viaggio sulla scoperta delle radici, ti porta a conoscere tanti personaggi realmente attaccati alla propria terra e che conoscono la propria storia. Dopo la pubblicazione di questo video, centinaia sono stati i messaggi di persone meravigliate, e sono felice di aver dato un mio piccolo contributo, magari un giorno qualcun altro intraprenderà questo percorso di riscoperta.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi di viaggio? Al momento mi sto dirigento verso l’Epiro, continuerò per Salonicco e sarò ospite per qualche giorno in un ritiro spirituale riservatissimo al monte Athos, non fanno entrare tutti ed il fatto che hanno accettato me dopo tante indagini, mi rende molto orgoglioso.

La Grecia non è solo il posto più vicino dove andare al mare al di là del Sud, nell’entroterra si può conoscere la vera Grecia, la vera culla della civiltà occidentale e mediterranea.

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