E’ sempre più difficile venire a conoscenza di storie di persone che tornano a vivere al Sud, figuriamoci di giovani. Sono circa due milioni i meridionali partiti in 20 anni, praticamente due città come Napoli completamente svuotate al Sud, un esodo vero. In controtendenza, (sempre pochi) due giovani amanti che contro l’opinione di tutti hanno affrontato tante sfide per coronare due dei loro sogni: il matrimonio e ‘scappare’ dal Nord per vivere nella loro città preferita: Napoli.
Lui si chiama Antonio un napoletano emigrato, lei Sabina una napoletana di adozione.
“Napoli tu ed io” è il loro piccolo grande racconto autobiografico. “Ma chi ve lo fa fare” è la frase che spesso si sono sentiti dire, e più le cose sembravano difficili, più quella frase pesava come un macigno ed in un primo momento sembrava conseguente “la rassegnazione”.
Ma…’per aspera ad astra’. Il loro rapporto tratta di una rivendicazione: “il diritto di vivere o restare a Napoli”. Il coraggio, la determinazione, la pazienza e la fede. Quelle due settimane di vacanza l’anno, lontane dal lavoro, lontane dal Nord, una vacanza che avrebbero voluto prolungare, magari a vita, quella sensazione di benessere, di ‘è questa la mia casa’, Napoli. La casa di Nonna Nanninella, tutte le volte l’inizio di quella vita che avrebbero voluto vivere, ma che dopo 15 giorni tutto svaniva; quelle valigie, quel biglietto aereo e quel ritorno in un posto lontano, uguale a qualsiasi altro.
La storia dei primi anni di emigrazione al Nord di Antonio. “I primi anni furono come un emigrato se li aspetta: servizi efficienti, lavoro in quantità e contesto pacato. Fino a quando dopo circa tre anni, il cambiamento attraversato viene elaborato: non si idealizzano più le novità, si smette di far finta di non sentire e non vedere…”
Quelle frasi razziste nei suoi confronti: “Da voi piove acido!” “Perchè non bruci la spazzatura come fanno dalle tue parti?” “Puzzi come i napoletani“.
Tanta la voglia di lottare, tanta quella di andare via e tornare dove erano le sue radici, Antonio con Sabina, riabbracciano ‘la croce’ e ci riprovano. Lì non si concepiva che c’era tristezza e nostalgia, sofferenza. ‘Era impossibile che tu, napoletano, emigrato, non avessi trovato la tua collocazione al Nord, come milioni di meridionali negli ultimi 160 anni’. Ma quanti realmente, se avessero avuto la possibilità di restare o maggiormente di tornare, non lo avrebbero fatto?
Napoli, Sud, una terra ricca con una popolazione povera. Una colonia ma che si sta decolonizzando da quella ideologia che per tutto il ‘900 l’ha vista come la figlia di un dio minore. Troppi ancora i giovani che partono, troppo pochi ancora i giovani che possono tornare.
Antonio e Sabina, sono tornati! Tanti i progetti e le sfide, ma questo lo lasciamo all’autobiografia.
NAPOLI, TU ED IO di Sabina Grossi
All’interno ci sono anche poesie di Antonio Manfredonia.
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