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Autonomia differenziata. Il governatore Occhiuto ‘sorpreso’ dall’accellerata di Calderoli come il ‘pastore della meraviglia’ nel presepe

Autonomia differenziata, il governo accellera

Il Seggio del Popolo - Locanda

di Annamaria Pisapia

Alle recenti dichiarazioni di Calderoli sull’autonomia, rilasciate a La Stampa: “Prima l’approvazione della legge poi lo Stato garantirà le risorse” sembra destarsi il governatore della Calabria Roberto Occhiuto e, con l’approssimarsi dell’allestimento del presepe, ci rimanda alla figura del “pastore della meraviglia”, rappresentato con lo stupore impresso sul volto: braccia protese verso l’alto e bocca aperta. Occhiuto sembra sorpreso dal comportamento di Calderoli che sta accelerando sulla autonomia differenziata impipandosene dell’attuazione dei lep. Oh bella! Ma davvero Occhiuto pensava che Calderoli avesse a cuore le sorti del Sud e volesse applicare i lep nel giro di un anno?

Davvero pensava che Calderoli non avesse tenuto conto del fatto che non fosse stato possibile farlo in vent’anni, perchè risultava di difficile attuazione e risultava non conveniente per il Nord? Ora il Governatore Occhiuto sembra caduto dal pero. Eppure, dovrebbe sapere che il leghista Calderoli non fa altro che portare avanti quanto previsto nello statuto del partito della Lega: prima il Nord. Quindi, il Ministro Calderoli, quale appartenente ad un partito presente nella coalizione di maggioranza del Governo, sia pur xenofobo e razzista, sorto contro un’area (Sud) di quella Italia che si definisce unita, esercita un “diritto” già accettato di buon grado dallo Stato italiano, pur contravvenendo a quelli che sono i principi della Costituzione.

Figurarsi quanto possa fregarsene Calderoli della “meraviglia” di Occhiuto. A onor del vero, il comportamento di Occhiuto non è un caso isolato, gli fanno buona compagnia altri politici meridionali e non solo, che credevano di riuscire a far desistere dal proposito autonomista chi, come Calderoli, è espressione di quel modello coloniale, connaturato, del sistema Italia. Così, ci siamo ritrovati con chi, piuttosto che fronteggiare in maniera efficace e autorevole, avanzando proposte che risultassero in favore di quest’area e mostrando di partecipare al gioco, ha fatto sentire una voce flebile lamentosa e petulante che, tra qualche manifestazione, convegno o articoli di qualche giornale, lasciava emergere per intero solo la paura dell’abbandono “non mi lasciare”. Un comportamento che rimanda a quello tenuto spesso dalle vittime di violenza le quali, di fronte alle percosse del carnefice si gettano ai suoi piedi, affinchè egli possa muoversi a compassione. Assicurando a se stessa che dopotutto è un brav’uomo e prima o poi cambierà, per cui non vale la pena di gettare all’aria un’unione.

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A questo punto, più che la sorpresa di Occhiuto, e giustamente l’esultanza di Zaia, resta assolutamente incomprensibile l’atteggiamento di chi ancora crede in una unione (italica) malata, nata nel sangue e con la forza, che non può che favorire sempre e soltanto la parte che l’ha fortemente voluta.
L’Autonomia differenziata si attuerà. Al Sud, saranno come al solito previste delle briciole, non prima di essersi assicurati che la torta vada per intero al Nord. La sceneggiatura è stata scritta 162 anni fa: cambiano gli attori ma restano invariate le parti.

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