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Brucellosi: Allevatori in sciopero della fame. “Addio alle bufale casertane, ma il problema è di tutto il Sud. Fate Presto!”

"Non stiamo chiedendo soldi, ma diritti"

Il Seggio del Popolo - Locanda

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Dopo ormai 10 anni di “emergenza brucellosi” delle bufale in terre casertane (e non solo), la “conta dei morti” sembra più drammatica del previsto non tanto per l’emergenza in sè, almeno non solo, ma per le misure prese per bloccare la propagazione della malattia: “Sembra sia più una guerra contro di noi – denunciano gli allevatori, ormai in sciopero della fame – che contro la malattia”.
“Dopo quasi 30 giorni di sciopero della fame di Pasquale D’Agostino – dichiara Adriano Noviello, presidente dell’associazione per la Tutela dell’allevamento della Bufala Mediterranea – ho deciso di prendere io la staffetta perchè lui ha rischiato la vita seriamente. Sono già 11 giorni in cui ho deciso di non mangiare, dovranno averci sulla coscienza!

Noi chiediamo un commissariamento nazionale – continua Noviello – che affronti il problema delle zoonosi in tutto il Sud, la stessa situazione di Caserta, si sta dimostrando anche in Sicilia, Puglia e Calabria. Oggi dopo quasi due anni di vertenza avevamo ragione, la Regione Campania dopo tante misure adottate non ha raggiunto i risultati sperati, ma questi non bastano più, bisogna attuare legalità e trasparenza, troppe cose buie dietro questa vicenda. I numeri parlano chiaro, oltre 140.000 i capi abbattuti negli ultimi dieci anni, solo l’1,4% di questi erano effettivamente malati: lo abbiamo saputo dopo una denuncia fatta alla procura di Santa Maria Capua Vetere, che effettivamente di quelle bufale risultate positive ad un test di diagnosi, solo l’1,4% erano malate; al centro Nord ci sono zone con epidemie molto più gravi, che toccano il 60-70% a cui nessuno presta attenzione!
La decisione è del ministero, abbiamo inviato una petizione nazionale al presidente Meloni, gli allevatori sono stanchi. Abbiamo sbagliato tutto? Si! Ma dobbiamo capire anche come funziona il sistema di chi lavora poi la carne delle bufale abbattuta, pagandola quattro spiccioli rimettendola poi nel mercato, essendo sana? Aspettiamo queste risposte dalla magistratura!”

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Con Giuseppe Pagano, attivista ed amico dell’associazione, abbiamo potuto vedere come dovrebbe vivere una bufala, tra le aziende di Castel Volturno, che vivono allo stato Brado con un sistema immunitario più forte.
Hanno imposto la cementificazione dei terreni per evitare il proliferare della brucellosi, ma allontanandole dalla natura. Così facendo però ci siamo accorti che le bufale si indeboliscono e sono più soggette ad ammalarsi, ma soprattutto la qualità del loro latte scende, in quanto non mangiando più erba allo stato brado cambia tutto il sistema. Abbiamo capito che questo problema non è un problema solo di Caserta, ma di tutto il Sud. Tante regioni del Sud si stanno organizzando come noi per avere una risposta dal governo: questi sistemi adottati, stanno mettendo in crisi anche quelle tradizioni come la “transumansa”, un’eccellenza del nostro territorio da sempre, ossia la possibilità che i bovini possono spostarsi in base alle stagioni ed alla libertà!”.

Briganti di oggi? Partigiani? resistenti? Chiamateli come volete. Oggi sono coloro che morirebbero di fame per difendere la loro terra e le loro bufale. Un’ Aria di orgoglio ed identità, qui si sa da dove viene, il problema è dove si va.
“Fate presto”!

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