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Venere degli stracci. Il clochard ora in cella ma Napoli deve liberarsi di ‘altri stracci’

Il Seggio del Popolo - Locanda

L’Opinione di Alessandro Casillo

Condannato a quattro anni. Abbiamo il colpevole: Simone Isaia. Abbiamo l’arma del delitto: l’accendino. Abbiamo la vittima: quattro stracci. Abbiamo il reato: incendio e distruzione di “beni culturali”. Abbiamo la giustizia? Non lo so. La ‘punizione esemplare’ è stata inflitta!
Il ‘temibile’ deturpatore seriale delle opere che l’amministrazione vanta di esporre è stato assicurato alla giustizia e, nelle patrie galere ora potrà “redimersi di quello che ha fatto”.

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Col redimersi, potrà anche studiare e approfondire con i fantastici programmi rieducativi che svolgono nelle prigioni, il significato dell’opera che ha distrutto.

Seguo con attenzione l’evoluzione di Napoli nel segno del turismo, migliaia di turisti a Napoli, tutto il mondo praticamente, seguo decine di pagine Facebook a tema, Instagram etc. Ma ci fosse mai una foto, dico una, di turisti che mostrano un’immagine della suddetta opera (anche quando c’era), non un selfie, non una foto di gruppo, una dedica… nulla. ‘Di stracci e straccioni se ne dovrebbe liberare Napoli e la giustizia’.

Che attrazione può avere, a mio avviso, un opera di stracci infiammabili? Ebbene bisognava mostrarsi all’opinione pubblica capaci, reattivi e protettori della città con i suoi beni e per i suoi cittadini, ostentando questo pugno forte, questo segnale punitivo a chi pensa solo lontanamente di imbrattare la città. Ma, passeggiando per Napoli in alcuni monumenti, tra chiese, biblioteche, farmacie storiche, ospedali da museo, insieme al complesso monastico di Santa Chiara, si può notare che sono resi praticamente irriconoscibili dall’incuria e dagli spray colorati, impraticabili in molti casi e sigillati come irrecuperabili.

In questo caso i colpevoli sono a piede libero, non si giustiziano i mille Simone Isaia che rendono irreale la bellezza delle strade di Napoli. Proporzione della pena al pari di stupratori e rapinatori, Simone, riconosciuti anche i problemi mentali, senzatetto, incensurato, non usufruirà neanche di pene alternative, come chiesto dall’Arcivescovo Battaglia, se non la cella.

Alessandro Casillo

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