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Anche gli agricoltori Calabresi e Siciliani scendono in piazza con i trattori: “Contro le regole della Comunità Europea”

L'UE deve cambiare: quello che succede agli agricoltori succede a tutti noi

Il Seggio del Popolo - Locanda

Anche in Italia gli agricoltori sono partiti con la protesta, aggregandosi alle numerose manifestazioni in Germania, Francia, Romania, ecc! Nonostante le televisioni italiane hanno fatto di tutto per nascondere quanto stia accadendo in UE. Il malessere generale è sempre più grande, ed in Europa i popoli stanno cominciando a scendere in piazza contro un regime sempre più dispotico, che agiste in nome del controllo e della riduzione alla fame dei popoli.

L’Emilia Romagna sta conoscendo in questi giorni l’introduzione delle zone a 30km/h a Bologna con centinaia di multe già giunte ai cittadini, ed ora, in nome della “battaglia contro i cambiamenti climatici”, in quella Regione e non solo si ‘pagano’ gli agricoltori dai 500 ai 1500 euro ad ettaro all’anno per NON coltivare le loro terre. Gli abitanti devono sempre più dimenticare il chilometro zero, pur non essendoci cosa più sostenibile. Dalle ZTL di 15 minuti a Milano, alle zone 30km-h, all’attacco all’agricoltura, è solo un inizio dell’agenda 2030, ed in ogni città prove e sperimentazioni per controllare i popoli.

Insomma, dagli aumenti insostenibili per i trasporti agricoli (che paghiamo noi) a politiche contro tradizioni e culture dei popoli direzionandoli verso nuovi cibi. Da Crotone Nord gli agricoltori Calabresi sono scesi in piazza per protestare contro le regole europee, i rincari degli interessi sui mutui agricoli ed il caro Gasolio. Anche in Sicilia.
In Italia intanto ci si da appuntamento in tante strade e piazze, partendo ad oltranza con le proteste. Sembra da ieri sia solo l’inizio, ma le proteste partite dalla Sicilia e dalla Calabria, in pochissime ore hanno raggiunto quasi tutte le regioni d’Italia. Anche a Bologna, Modena e Ferrara.

Ai microfoni della CNEWS: «La dobbiamo smettere con questa corruzione e queste scelte scellerate, sono un cancro che ci sta mangiando. Non possiamo continuare a subire anche quello che succede negli uffici pubblici». È durissimo l’intervento di un agricoltore di Polistena che partecipa al presidio di Lamezia.

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