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Da 163 anni il Sud è colonia interna

Il Seggio del Popolo - Locanda

(di Liliana Isabella Stea)
È passato da poco il 13 febbraio, il nostro “Giorno della Memoria” che in tanti ci invitano a cancellare, dopo avere ancora una volta assistito alle innumerevoli manifestazioni a favore di un’altra Memoria, ‘perché non accada mai più’ si dice e si ripete, mentendo spudoratamente.
Da 163 anni il Sud è colonia interna

Come si può credere a quell’auspicio se mentre ricordi lo sterminio di un popolo, occulti e anzi reprimi la Memoria dello sterminio dei tuoi connazionali chiamati spregiativamente ‘terroni’ che dire ‘meridionali’ è l’equivalente. Noi non fummo mai, nemmeno nei momenti peggiori della nostra storia, ‘meridionali’ di nessuno, ‘sottoposti’ a nessuno, benché dominati e governati ora da uno ora dall’altro.
Fummo colonia greca, vicereame spagnolo, poi regno indipendente e libero, mai considerati ’inferiori’ a nessuno. E addirittura ‘antropologicamente’, come dire per nascita, per ‘razza’, cosa che ci accomunerebbe agli ebrei, dei quali fu detta la stessa cosa trovando nel naso l’elemento caratteristico per loro mentre per noi fu la fossetta occipitale, ma il condizionale è d’obbligo perché anche loro si pongono in una posizione di ‘esclusività’ e poco gli cale delle memorie negate agli altri una volta che sono state concesse a loro. Il 26 dicembre di qualche anno fa mi è capitato di vedere un servizio in cui Papa Francesco si recava in visita a casa di Edith Bruck, scrittrice ebrea scampata alla morte nei lager nazisti, per chiederle scusa, e certamente il gesto è molto nobile e bello.

Ma a noi, abitanti del regno duosiciliano invaso e distrutto per annetterlo al Piemonte con la forza delle armi, QUANDO i rappresentanti istituzionali chiederanno scusa del massacro perpetrato ancora oggi con metodi non più cruenti ma cosiddetti ‘democratici’? Quando si smetterà di invitarci a dimenticare, quando si smetterà di toglierci la vita, cosa che oggi si fa in modo ‘pulito’, non più con le armi e lo spargimento di sangue come 163 anni fa, ma con la sottrazione di risorse e la mancanza di opportunità. Oggi, quel popolo ‘meridionale’ a cui si nega la Memoria (che è come dire che tu non sei mai esistito prima d’ora) viene ucciso con la cosiddetta Autonomia Differenziata, che nel nome ha già la sua radice discriminatoria, faccio la differenza fra Me, regione già ricca che divento ancora più ricca, e Te, regione già povera che diventi sempre più povera. A queste regioni e a questi ‘diversamente italiani’ a cui si nega la memoria del proprio passato e una tomba simbolica, un monumento, su cui piangere i suoi morti che semplicemente tentarono di difendersi, voi chiedete di essere contenti di essere relegati, per legge, nel ruolo dei ‘parenti poveri’.

Di anno in anno il 17 marzo diventa per il Sud di questo Paese mai diventato unito, una giornata di lutto sempre più sentito e sempre più motivato. Nell’ottica violenta delle guerre omicide voi avete certamente da ‘festeggiare’ la vittoria su queste popolazioni che erano libere e padrone di sé, ma noi, i vinti e sfruttati ancora oggi da voi, non abbiamo niente da festeggiare, ma molto da piangere.
Da 163 anni il Sud è colonia interna

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