Palazzo Reale pubblica il nuovo logo, agli autori del progetto 15mila euro dopo aver vinto il bando dove hanno partecipato circa 218 designer anche stranieri, il tutto per partorire un logo ‘discutibile’ per molti.
Sembrerebbe quasi uno scherzo, ma non è così. Il nuovo marchio è stato presentato nel corso della serata inaugurale del primo “European Design Festival “, organizzato da AIAP – Associazione Italiana Design della comunicazione visiva a Napoli. La domanda sorge spontanea: ‘Quel logo cosa ha a che fare con il Palazzo Reale e la sua storia di più di 400 anni?’ Dicono sia ispirato a Piazza Plebiscito (Largo di Palazzo).
Eppure è stato proprio il direttore del Palazzo Reale, Mario Epifani, a rivelare il nuovo logo premiando un team napoletano che però ha deciso di non raccontare in questo logo la straordinaria storia di Palazzo Reale e ciò che per secoli ha rappresentato per la città.
Scoppia infatti la polemica del mondo identitario e dei cittadini vari sui social. Il gruppo dei vincitori è composto da Francesca Pavese, Vito Della Speranza, Francesca Cuomo e Ciro Esposito.
Scrive Gennaro de Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico: “Quattro secoli, le suggestioni di Basile e di Cenerentola, il barocco spagnolo, il Settecento borbonico, la Napoli capitale mondiale, una storia, tante storie ma in quel logo non c’è nulla di tutto questo o almeno noi non riusciamo a leggerlo. Dovrebbe rappresentare l’unione “tra il palazzo e la città”, dovrebbe rappresentare la pianta di palazzo e piazza ma (sarà un limite mio) non riesco a condividere l’entusiasmo di istituzioni e creatori e ci vedo solo un cerchietto e un rettangolo senza colori e senza calore“.
Scrive Annamaria Pisapia: “A me sembra un trono. Ma effettivamente, è estremamente deludente“. Scrive Davide Brandi: “Nemmeno il più estremista giacobino avrebbe mai ideato e attuato tale efferatezza“. Tantissimi i commenti del genere.
C’è anche chi l’ha paragonato al logo dell’azienda Orange Hive GmbH, ed effettivamente una certa somiglianza c’è, e chi lo ha paragonato ad un buco per la serratura o ad un portadocumenti.
Insomma, sicuramente questo continua ad essere il risultato, purtroppo, di decenni in cui abbiamo perso una certa memoria storica ma soprattutto abbiamo perso l’idea del bello. Palazzo Reale ha più di 400 anni, in quel Palazzo è passata veramente la storia, e se questo è tutto ciò che oggi riusciamo a partorire per ricordarlo, dovremmo tornare tra quei banchi e ricominciare tutto da capo. In un periodo storico in cui ‘gli stracci’ sono esposti sotto Palazzo San Giacomo (e pensiamo sia un’opera d’arte), in una Piazza Municipio un tempo verde e bellissima, a pochi passi dalla Reggia, oggi sembra esserci una pista di atterraggio per aerei, che punti bassi sta toccando la nostra epoca? Possibile che Luciano De Crescenzo aveva ragione?