Di fronte al disastro ambientale che continua a colpire Giugliano e l’area della Terra dei Fuochi, nonostante anni di denunce e inchieste, cresce la voce di chi, da tempo, lotta senza sosta sul campo. L’avvocato Beniamino Esposito, presidente dello Sportello dei Diritti del Cittadino, è uno di questi. Giurista e attivista, ha più volte denunciato lo stato di abbandono in cui versano interi territori e le responsabilità istituzionali nella mancata applicazione delle leggi. In questa intervista esclusiva, Esposito traccia un quadro lucido e inquietante della situazione, senza fare sconti a nessuno.
1. Avvocato Esposito, lei ha più volte denunciato la gravità della situazione ambientale a Giugliano. Nonostante la presenza delle telecamere, i roghi tossici continuano. Dove si sta fallendo, secondo lei?
Sicuramente non si vuole risolvere il problema alla radice, facendo censimenti seri di un caporalato e di microimprese non registrate che spesso operano abusivamente e smaltiscono rifiuti speciali illegalmente (concerie, pelletterie, calzaturifici, colorifici, piccole aziende di elettrodomestici riconvertite nate negli ultimi anni sotto la nuova moda del finto risparmio). Intervenire seriamente significherebbe distruggere un PIL sommerso che, in Campania, fa comodo a tutti: imprenditori, politici, manovalanza e persino i rom che poi appiccano i roghi.
2. Il WWF parla di problemi segnalati e mai risolti. Lei è d’accordo con questa lettura? Cosa manca da parte delle istituzioni?
Dalle istituzioni manca la semplice attività per cui sono chiamate e votate. Basterebbe applicare la legge. Il sindaco, in quanto ufficiale di Governo, ha il potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti per affrontare situazioni di pericolo imminente per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Queste ordinanze, previste dall’articolo 50 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), devono essere motivate e rispettare i principi generali dell’ordinamento. In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere locale, il sindaco può adottare tali ordinanze come rappresentante della comunità locale.
3. Ha dichiarato che “non serve la passerella ma lo sgombero definitivo dei campi”. Quali sono gli ostacoli che impediscono ancora oggi l’emissione delle ordinanze di sgombero?
Il coraggio di combattere sul serio il sistema politico-mafioso che domina la Terra dei Fuochi.
4. In qualità di giurista, ha più volte ribadito che i sindaci, come ufficiali di governo, possono adottare provvedimenti urgenti e contingibili. Ci spiega meglio quali strumenti legali avrebbero già oggi per intervenire e perché non li stanno usando?
Alcuni sindaci del Nord Italia hanno censito i nomadi, dato riqualificazione a coloro che lo desideravano, e allontanato — con l’ausilio delle forze dell’ordine e l’emissione di DASPO e denunce — quelli non riqualificabili per loro stessa volontà. I minori, in questi casi, sono stati affidati a case famiglia.
5. Lei parla di “inceneritori naturali” riferendosi ad alcuni campi presenti a Giugliano e Qualiano. Ci può descrivere meglio cosa accade in quelle aree e perché rappresentano un’emergenza ambientale e sanitaria?
Siccome un nuovo inceneritore come quello di Acerra non sarà accettato, vengono di fatto utilizzati i campi nomadi come “inceneritori naturali”. In queste aree si smaltiscono illegalmente rifiuti speciali come materiali di risulta di colorifici, pellami, elettronica, elettrodomestici. Le ditte e gli operai smaltiscono regolarmente e ciclicamente da anni, quasi come se fosse un sistema formalmente autorizzato.
6. Il fenomeno della Terra dei Fuochi è ormai noto da anni, eppure sembra ancora irrisolto. Quali sarebbero, secondo lei, le tre azioni più urgenti da mettere in campo subito?
a) Censire le microimprese
b) Sgomberare i campi nomadi
c) Adottare, come già avviene al Nord, sistemi di bollini e QR code per la tracciabilità del rifiuto a monte e a valle, premiando con riduzioni della TARES i cittadini virtuosi.
7. Ha parlato di oltre 100 aerei in un solo giorno e di scie persistenti. Sta raccogliendo segnalazioni da parte dei cittadini? Intende promuovere un esposto o una class action?
Sulle scie sicuramente faremo un esposto. È noto, dai rilievi dell’ARPAC, che non ci sono centraline sufficienti sull’area di Napoli Nord, dove sono state dirottate le rotte aeree. Pertanto, sia per quanto riguarda l’inquinamento acustico, sia per i valori del PM10, bisognava prima avviare uno studio di impatto ambientale, raccogliere dati certi, e solo dopo eventualmente modificare le rotte.
8. Qual è il ruolo che oggi i cittadini possono e devono avere nel contrastare questi fenomeni? E come possono rivolgersi allo Sportello che lei presiede?
Basterebbe contattarmi e organizzarci, senza egocentrismi o “prime donne”. Sono a disposizione della gente consapevole per azioni concrete e class action, con il supporto di ingegneri ambientali. Il mio numero è disponibile sul sito dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e sui social (3387222292) oppure via email: sportellodirittidelcittadino@gmail.com.
9. Infine, cosa risponderebbe a chi accusa questi interventi di essere solo allarmismo o pretesti per colpire alcune categorie sociali, come i rom?
Direi di venire con me sui campi nomadi e parlare con cittadini che vivono in quelle zone, ormai riconosciuti anche loro come vittime e testimoni. È evidente che i campi sono l’ultima goccia di un sistema illegale di smaltimento rifiuti. E i rom, in molti casi, sono conniventi, come dimostrano video, foto e dichiarazioni audio-video che conservo e che sono state rilasciate anche da alcuni di loro.