A Napoli si parla ossessivamente di overtourism.
Ma non è un’analisi: è una manfrina.
Una narrazione costruita per difendere chi è sempre stato ricco e oggi si sente delegittimato.
Non è una battaglia per la città.
È una vendetta della borghesia malata contro il commerciante del popolino, colpevole di aver alzato la testa, colpevole di aver intrapreso senza chiedere permesso.
Perché se il popolino smette di essere povero, di essere ricattabile, di essere “assistibile”,
a cosa servono le finte Onlus affaristiche?
I finti enti di beneficenza che fanno lobbismo becero?
Le mille associazioni che campano difendendo esclusivamente le proprie tasche?
Il cosiddetto “popolino” a Napoli serve solo in tre condizioni: se emigra, se fallisce o se cade nel crimine o nelle mani di chi “lo deve aiutare”
Mai se intraprende.
Mai se resta.
Mai se diventa autonomo.
Perché se Napoli risolve il suo vero problema — l’opportunità di intraprendere nella propria città — allora la classe dominante storica, i magnifici aguzzini, chi sottometteranno per detenere il potere?
Senza ascari, il sistema crolla.
E allora via con la propaganda:
influencer internazionali pagati, articoli sui giornali stranieri, campagne costruite ad arte per parlare alla borghesia napoletana più reazionaria, quella che odia il popolo più di quanto ami la città.
Un esempio concreto
Quando una delibera ha bloccato la ristorazione nel centro storico, cosa è successo?
Hanno riaperto:
le librerie?
gli artigiani del corallo?
le mercerie?
i negozi di dischi?
i falegnami?
gli incastonatori?
No.
Perché queste attività sono morte vent’anni fa, uccise dall’e-commerce e dall’abbandono totale delle politiche pubbliche.
Cosa ha preso il loro posto?
I negozi di calamite, ovunque.
Eppure:
sulla ristorazione: accuse di riciclaggio senza indagini, senza prove, senza nomi
sulle calamite: silenzio totale
finché non sono partite inchieste vere, con teste che stanno già cadendo
I media funzionano sempre allo stesso modo:
come per la Palestina.
Quando parlano di pace, raccontano la guerra.
Quando parlano di aiuti, cadono le bombe.
Hanno detto: blocchiamo la ristorazione per tutelare la cultura napoletana.
Risultato?
Hanno regalato il centro storico alla peggiore desertificazione commerciale, mentre oggi quegli stessi negozi sono sotto indagine pesante.
La grande bugia dei B&B
Dicono di voler bloccare i B&B per difendere la residenzialità.
Bugie.
Stanno solo preparando il terreno alle grandi speculazioni immobiliari per conto di lobby di investimento straniere — arabe, francesi — che non hanno alcun interesse per Napoli, se non estrarne valore.
La residenzialità non si difende cacciando il piccolo imprenditore.
Si difende permettendo al napoletano di vivere e lavorare nella propria città.
È semplice.
Ed è per questo che non lo fanno.
Basta
I napoletani vanno bene alla classe dominante solo quando:
emigrano
falliscono
devono essere “salvati” dalle loro organizzazioni aumma aumma
Noi non vogliamo essere salvati.
Vogliamo essere lasciati liberi di intraprendere.
Basta manipolazioni.
Basta ricatti morali.
Basta colonialismo interno travestito da tutela.
Napoli non farà più il furbo che si deve fare fesso.
Non aiutateci, grazie.
Jatevenne.















