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L’Identitario risponde al Corriere del Mezzogiorno: nessuna fake news, solo libertà di pensiero

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di Emilio Caserta – Direttore de “L’Identitario”

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Leggiamo con un certo stupore – e un pizzico di amarezza – l’articolo pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno, firmato dal dott. Claudio Mazzone, che ci cita con un tono che definire polemico sarebbe eufemistico. Ci accusa, nemmeno troppo velatamente, di essere una “fabbrica di fake news”. Ci teniamo allora, nel pieno diritto di replica e in nome del pluralismo informativo, a rispondere punto per punto, con chiarezza e senza rancore.

1. Quali sarebbero le fake news?

Il Corriere ci accusa di diffondere “notizie false”. Ma non indica quali. È forse “fake” denunciare il dramma in corso a Gaza, di cui parlano le Nazioni Unite e decine di reporter internazionali, tra cui premi Pulitzer? È forse fake news interrogarsi sul trattamento riservato al Sud Italia in materia di fondi europei, investimenti pubblici e attenzione istituzionale? È disinformazione parlare della libertà di stampa quando si registrano pressioni, bavagli e tagli redazionali che colpiscono sempre più voci indipendenti? E’ disinformazione dire che la gente è stufa dell’immagine che Gomorra ha portato alla città? Con interi quartieri che sono insorti?

Noi ci limitiamo a porre domande, proporre analisi, riportare anche tesi scomode. Questo si chiama giornalismo. Si chiama pensiero critico. È ciò che differenzia un’opinione da una propaganda.

2. Nessuna contiguità con derive criminali

Nel tentativo maldestro di confondere e mescolare piani distinti, l’articolo insinua connessioni tra il nostro giornale e personaggi noti alle cronache giudiziarie o protagonisti del sottobosco social napoletano. Riteniamo questa operazione scorretta e fuorviante. “L’Identitario” non ha mai avuto e mai avrà nulla a che fare con dinamiche delinquenziali o spettacolarizzazioni del degrado. La nostra linea editoriale è trasparente, pubblica, tracciabile. Si può non condividerla, ma falsificarla è intellettualmente disonesto.

3. I social, nuovi spazi di libertà

L’autore dell’articolo ridicolizza la complessità del mondo social, dimenticando che oggi molte opinioni nascono e si confrontano proprio in quei luoghi. È un fatto. A volte discutibile, a volte confuso, ma autentico. Le piazze virtuali sono oggi il vero termometro del Paese reale. Dargli voce non significa approvarne ogni deriva, ma rifiutarsi di restare chiusi in redazioni autoreferenziali, scollegate dalla società.

4. Non siamo un monolite. Siamo un giornale

“L’Identitario” non è un partito, né una parrocchia. È un giornale. Come tutti i giornali, accoglie contributi diversi, ospita posizioni differenti. Io stesso, come direttore, non condivido tutto ciò che viene detto nei nostri articoli o video, ma ne difendo il diritto a esistere. È la differenza tra un organo di propaganda e una testata libera.

5. Le tesi scomode non sono eresie

Abbiamo parlato delle trivellazioni e delle ipotesi – portate avanti da scienziati come Giuseppe Mastrolorenzo – su fenomeni sismici indotti. È una tesi scientifica, documentata. Abbiamo dato spazio al dibattito sul ruolo della saga “Gomorra” nella percezione del Sud. È una critica culturale, condivisa da molti, anche lontani da noi. Abbiamo raccolto voci “no vax” o critiche alla gestione pandemica? Sì, come ogni testata che abbia ospitato un dibattito democratico in un momento storico complesso.

6. Il Sud non è folklore

Infine, ci rammarichiamo per il tono con cui il Corriere liquida il mondo neoborbonico come folcloristico o marginale. Dietro a questo movimento c’è un lavoro di studio, divulgazione storica, battaglie civili. Chi conosce il prof. Gennaro De Crescenzo lo sa bene. Siamo fieri di dare voce a chi rivendica una dignità per il Sud, fuori dagli stereotipi. In conclusione, respingiamo al mittente ogni tentativo di delegittimazione. “L’Identitario” continuerà a fare quello che ha sempre fatto: raccontare, analizzare, proporre. Con rispetto, ma anche con determinazione. E sempre dalla parte della libertà di pensiero, anche quando fa paura.

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