Si è tenuto lunedi 28 luglio presso il Centro Operativo Comunale di San Nicola la Strada, un importante workshop dedicato alla prevenzione del rischio vulcanico nell’area vesuviana. Un confronto operativo, promosso dalla Fondazione Convivenza Vesuvio, con la partecipazione del suo presidente, il Dott. Vincenzo Coronato, e dell’on. Alessandro Caramiello, presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Sud, aree fragili e isole minori”, impegnato da mesi in una campagna di sensibilizzazione e proposta concreta per la tutela dei cittadini esposti a rischio eruttivo. Un’occasione non solo per fare il punto sull’attuale stato dei piani di evacuazione, ma soprattutto per fissare i prossimi step, con l’ambizioso obiettivo di trasformare un potenziale scenario catastrofico in un’occasione di rilancio per le aree interne del Mezzogiorno.
«La vera sfida è politica e culturale – ha dichiarato il Dott. Coronato – perché oggi abbiamo l’opportunità di pianificare un sistema di evacuazione che non sia solo emergenziale, ma parte di una strategia di riequilibrio territoriale. Non possiamo permettere che, in caso di eruzione, centinaia di migliaia di persone siano sradicate e disperse nel Nord Italia, come previsto nei piani attuali. Le aree interne del Sud devono diventare il cuore dell’accoglienza e della rinascita. Il nostro sarà un supporto concreto all’impeccabile Protezione civile che ha dimostrato la massima disponibilità». All’incontro hanno preso parte rappresentanti istituzionali locali, volontari della protezione civile, giornalisti e tecnici specializzati. Una rete di competenze che ha contribuito alla stesura delle nuove linee guida, più aderenti alle esigenze delle comunità vesuviane e più rispettose della loro dignità.



L’on. Caramiello ha ribadito con forza: «Non è accettabile che nel 2025 non esista ancora un piano aggiornato e condiviso con i territori. A settembre incontreremo il Capo della Protezione Civile per definire un cronoprogramma operativo. Vogliamo arrivare a una grande esercitazione nelle aree interne del Sud, coinvolgendo popolazioni, amministrazioni e istituzioni. È tempo di passare dalle parole ai fatti». Il workshop ha sottolineato l’urgenza di affrontare con serietà e visione una problematica che riguarda oltre 600.000 cittadini residenti nella zona rossa del Vesuvio. La collaborazione tra Parlamento, fondazioni civiche, protezione civile e comunità locali rappresenta oggi una delle poche vie percorribili per garantire sicurezza e futuro a un territorio straordinario e fragile. La Fondazione Convivenza Vesuvio, con il suo instancabile lavoro di coordinamento e stimolo, si conferma ancora una volta un punto di riferimento fondamentale nel panorama della prevenzione e della pianificazione partecipata nell’area vesuviana.




