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Il primo osservatorio vulcanologico al Mondo

Il Seggio del Popolo - Locanda

di Giuseppe Giunto
Che cos’è l’osservatorio vulcanologico, qual’è il primo osservatorio vulcanologico al mondo, che significa INGV?
L’osservatorio di vulcanologia, è un’istituzione scientifica dedicata allo studio dei vulcani, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, INGV è un ente di ricerca non strumentale, vale a dire dotato di completa autonomia amministrativa e gestionale – come si legge sul sito dell’osservatorio -. L’istituito comprende vari istituti che sono confluiti nel settembre 1999, in un unico ente: l’Istituto Nazionale di Geofisica (ING), l’Osservatorio Vesuviano (OV), l’Istituto Internazionale di Vulcanologia (IIV) di Catania, l’Istituto di Geochimica dei Fluidi (IGF) di Palermo e l’Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico (IRRS) di Milano. L’INGV, promuove attività di ricerca sull’attività geofisica, della vulcanologia, progetta e coordina programmi nazionali e internazionali di ricerca finalizzati al rilevamento dei fenomeni geofisici, vulcanici e geochimici (come ricorda il vocabolario treccani); inoltre ha funzioni di sorveglianza sismica e vulcanica del territorio nazionale. In questo periodo si sente spesso parlare di sciame sismico, di bradisismo dove l’osservatorio vulcanologico è sempre attento. A Napoli è nato il primo Osservatorio Vulcanologico al Mondo, precisamente durante il Regno di Ferdinando II.

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Ma facciamo un passo indietro….

Inaugurato nel 1845, in occasione del VII Congresso degli scienziati italiani che fu ospitato dalla città di Napoli, L’Osservatorio Vesuviano è la più antica istituzione scientifica dedicata allo studio dei vulcani. Il primo direttore fu il fisico Macedonio Melloni, cui seguì Luigi Palmieri, di Faicchio, nel Beneventano, inventore del primo sismografo elettromagnetico, 1856. La sede originaria, era un elegante edificio di gusto neoclassico progettato dall’arch. G. Fazzini, che si trova sul Vesuvio, sul Colle del Salvatore, tra Ercolano e Torre del Greco, a 608 metri di quota. L’Osservatorio Vesuviano studia i vulcani attivi della Campania, quindi il Vesuvio, l’area dei Campi Flegri e quella dell’isola di Ischia, oltre allo Stromboli, in Sicilia. Sorge a soli 2 km di distanza dal cratere. Per ciò che riguarda la sua storia, una data decisiva è quella del 1631 quando si ebbe un’eruzione violentissima, a partire dalla quale, per i secoli successivi, l’attività del Vesuvio fu, in pratica, continua. La richiesta di fondare l’Osservatorio fu avanzata al Governo Borbonico nel 1806 e nel 1829 da Teodoro Monticelli, segretario perpetuo dell’Accademia delle Scienze di Napoli. L’attività del Vesuvio che era ininterrotta provocò l’interesse degli scienziati di tutto il mondo, studiosi dalla grande fama come l’inglese Charles Babbage venivano a Napoli. Ilprogressivo aumentare degli scienziati che si recavano sul Vesuvio era crescente, di conseguenza, la richiesta di un centro di studi e, pure, dove risiedere aumentava. Le richieste non rimasero inascoltate, anzi il re Ferdinando II e il suo Ministro Nicola Santangelo le accolsero volentieri. L’incarico di seguirei lavori furono affidati a Macedonio Melloni,nel 1839. Ma con i moti del 1848, fu allontanato per le sue idee troppo liberali.

Fù Luigi Palmieri a sostituire Melloni, il quale elaborerà un sistema di monitoraggio delle attività vulcaniche basato sull’interazione di diverse stazioni e il rispetto di una molteplicità di criteri, che rendevano il tutto più sicuro. Trà i direttori del Real Osservatorio Vesuviano Giuseppe Mercalli, geologo a cui si deve l’omonima scala per la misurazione dell’intensità dei terremoti. Fu fatta costruire una torretta meteorologica e in cui fu trasportata una piccola parte degli strumenti acquistati dal Melloni a Parigi, si installa il primo sismografo elettromagnetico realizzato da Palmieri, più tardi il Reale Osservatorio è annesso alla cattedra di Fisica Terrestre dell’Università Federico II. Parte di quella strumentazione è ancora oggi custodita al Dipartimento di Fisica all’università di Napoli. Attualmente il sito ospita il museo e la biblioteca storica della struttura.

(Fonti: Osservatorio Vesuviano, Eccellenze Meridionali, Treccani e Wikipedia)
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