Rubrica l’Indignato di Giuseppe Giunto
Comunemente denominato, “Stabilimento militare Spolette” è un’ampia struttura industriale di circa 80 mila metri quadri fondata nel 1758. La Real Fabbrica d’Armi iniziò la sua attività nel 1761. La Real Fabbrica d’Armi si trova, tra l’autostrada A3 e il corso principale, nelle vicinanze dell’area archeologica di Oplontis a ridosso del centro storico. lo Spolettificio è attualmente in uso al Ministero della Difesa, e risulta in parte adibito a deposito parcheggio e officina dei mezzi militari in disuso, e in parte inutilizzato. Ma facciamo un passo indietro….
La Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata, fu la più grande fabbrica d’armi del Regno di Napoli e successivamente del Regno delle Due Sicilie, fondata nel 1758 su ordine di Carlo di Borbone; lo scopo? rendere indipendente il suo regno da forniture militari straniere. Al suo interno si fabbricavano sia armi da fuoco, che armi bianche, e al tempo stesso era un centro di assemblaggio di parti di ricambi provenienti da altri stabilimenti industriali. La storia della Fabbrica, si intreccia con i moti rivoluzionari capeggiati da Masaniello (7 luglio 1647). Il governo vice-reale spagnolo riteneva pericolosa la presenza di una polveriera nella cerchia urbana di Napoli, quindi fu deciso di spostare la produzione della polvere da sparo, e delle armi, al di fuori delle mura. La nuova area di produzione fu individuata alle falde del Vesuvio, precisamente a Torre Annunziata, dove nel 1652, sotto la reggenza vicereale di Iñigo Vélez de Guevara , fu iniziata la costruzione della nuova fabbrica. La scelta del luogo cadde anche per la presenza del Fosso del Conte, un canale che aveva origine laddove nasceva il fiume Sarno, e divenne il punto di origine di una rete di canali ad uso esclusivo della fabbrica. Carlo di Borbone ampliò il progetto, e realizzò la Real Fabbrica d’armi così come la conosciamo oggi. L’architetto Francesco Sabatini, allievo di Luigi Vanvitelli, iniziò i lavori nel 1758 per il rifacimento della Real Fabbrica d’armi, al Vanvitelli si attribuiscono i disegni del primo nucleo. La Real Fabbrica d’armi è costituita da due cortili, il primo è circondato da edifici a due piani usati come uffici, mentre il secondo da fabbricati che ospitavano le officine. Ferdinando Fuga nel 1760 completò la costruzione della Real Fabbrica d’armi, che divenne operativa nel 1761, sotto la supervisione di alcuni ufficiali dell’esercito del Regno di Napoli. Il primo comandante della Real Fabbrica d’armi fu il colonnello Luca Ricci.
La Real Fabbrica d’Armi divenne il punto nevralgico di un più ampio complesso militare-industriale di cui facevano parte diverse realtà industriali, come il Polo siderurgico di Mongiana, e le Ferriere Fieramosca, questi costituivano i due maggiori fornitori di semilavorati e materie prime della fabbrica di torre annunziata. La Real Fabbrica d’armi di Torre Annunziata nel 1809 arrivò a produrre fino a 4.000 baionette e 10.000 fucili, nel 1843, furono realizzati all’incirca 3.000 armi da taglio e 11.000 armi da fuoco.
A causa di diversi incidenti, in particolare le due esplosioni del 1851 e l’altra del 1856, Ferdinando II di Borbone fu costretto nel 1857 a spostare la sede della polveriera da Torre Annunziata a Scafati.
Altri rilevanti siti produttivi gravitavano nell’orbita della Real Fabbrica. La Reale Armeria Privata di Sua Maesta’, le Officine di Pietrarsa, la Fabbrica di Piastre da Fucile del Reale Albergo dei Poveri di Napoli, il Regio Opificio di Canne Militari di Poggioreale, la Regia Officina de’ Piastrinai di Lancusi, l’Arsenale di Napoli ed il Regio Arsenale di Palermo. Nella sola Fabbrica di Piastre da Fucile del Reale Albergo dei Poveri di Napoli, ci lavoravano oltre 200 persone, per non parlare di Pietrarsa che ne occupava oltre 1100 persone.
Lascio al lettore, il conto di quante persone lavoravano in quel periodo, e quante persone hanno perso il lavoro alla loro chiusura dopo il 1861.
Come tutti i primati Napoletani, la Real Fabbrica d’Armi, dopo il 1861 passa sotto l’amministrazione del Regio Esercito Sabaudo, e dopo sotto quello Italiano, che la declassa a Spolettificio. Agli inizi del 1900, lo Stabilimento subì una ristrutturazione, implementando una linea per la manifattura di spolette e proiettili. La produzione si intensificò, raggiungendo, durante la prima guerra mondiale, un numero superiore ai 3.000 operai. Nel 1984 l’Unità Produttiva assunse l’attuale denominazione e successivamente nel 2001, due decreti ministeriali sancirono il trasferimento della gestione dalla Direzione Generale Armamenti Terrestri all’Agenzia Industrie Difesa.
All’interno dello Stabilimento ha particolare rilevanza storica la famosa “sala delle armi”, un museo nel quale è custodita la memoria di quello che è stato l’ingegno umano, la produzione e la tecnologia che hanno preceduto gli attuali sistemi di armamento e i suoi metodi di costruzione. Nel pieno dell’emergenza Covid, i locali dello stabile furono utilizzati per la produzione delle mascherine.
Da oggi inizia un altro capitolo per la storia di questo importante polo napoletano, che persegue l’obiettivo di realizzare un innovativo sistema storico-archeologico-ambientale nel centro storico di Torre Annunziata. L’accordo siglato, infatti, prevede di annettere al Sito archeologico di Oplonti alcune porzioni dello Spolettificio non più utili alle attività amministrative del Ministero della Difesa.
Com’è stato per altri siti, una fabbrica che produceva ricchezza e lavoro è diventata un luogo Museale. Mai furono così profetiche le parole di Carlo Bombrini dopo l’unità d’Italia.