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Quartieri Spagnoli, la protesta ‘silenziosa’ degli abitanti: “Basta venditori abusivi, vogliamo rispetto e sicurezza”

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I Quartieri Spagnoli, da simbolo della rinascita popolare all’ombra del Vesuvio a cuore pulsante del turismo cittadino, stanno vivendo una nuova tensione che non può più essere ignorata. Gli abitanti e gli imprenditori della zona sono stanchi. Stanchi di vedere ogni giorno i propri sacrifici messi in secondo piano da una concorrenza abusiva che non rispetta le regole, né quelle fiscali né quelle di convivenza civile.

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A finire nel mirino questa volta non sono i turisti, anzi: è proprio il crescente flusso turistico a rendere ancora più evidente il problema. Per le strade strette dei Quartieri si fa sempre più fatica a camminare, strette tra folle di visitatori e bancarelle improvvisate di extracomunitari che vendono merce contraffatta, senza licenza, senza controlli, e soprattutto senza pagare un centesimo di tasse.

“La nostra pazienza è finita ci reinventiamo ogni giorno per sopravvivere onestamente in un quartiere difficile, ci adattiamo al turismo, investiamo, paghiamo ogni tassa possibile, e poi vediamo persone che si piazzano davanti ai nostri negozi a vendere borse false senza alcun rispetto. È inaccettabile”. Il malcontento è diffuso, silenzioso ma sempre più pronto a esplodere. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i casi in cui gli abitanti, esasperati, hanno chiesto a questi venditori abusivi di allontanarsi, in alcuni casi anche con toni accesi. “Non è razzismo – chiarisce Anna, residente da oltre trent’anni – è una questione di legalità, di sicurezza e di giustizia. Noi rispettiamo le regole, loro no. Eppure sembrano impuniti.”

La zona, come molte altre aree di Napoli, vive una doppia faccia: da un lato l’entusiasmo per la visibilità internazionale e la crescita turistica; dall’altro, l’assenza di controlli, di regole e di una visione chiara da parte delle istituzioni su come gestire il cambiamento. In mezzo ci sono i cittadini, i commercianti, le botteghe, le famiglie, che chiedono solo di poter vivere e lavorare in modo dignitoso. La richiesta è una sola: che le istituzioni facciano la loro parte. “Non si può più far finta di niente – aggiunge un imprenditore – se vogliamo che i Quartieri Spagnoli continuino a essere un modello positivo per Napoli, bisogna tutelare chi ogni giorno porta avanti il ​​quartiere con onestà, pagando tasse, affitti e rispettando la legge.”

La protesta è partita dal basso, come spesso accade a Napoli. Ed è una richiesta di rispetto. Per il quartiere, per la sua gente, per chi non ha mai smesso di credere che un altro futuro fosse possibile.

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