«Dopo il “Pesce del Pesce” che ci dissero essere un Pulcinella da centinaia di migliaia di euro. Dopo la Venere degli Stracci che finsero fosse donata e che invece giace nei depositi, costata anch’essa centinaia di migliaia di euro. Dopo il mamozio che troneggia minaccioso su Palazzo Ottieri, in una sfida al grottesco contro la memoria di Masaniello… ora, in Piazza Municipio, arriva la scimmietta che si tappa la bocca. Un’opera dal titolo pretenzioso, “Silent Hortensia”, che sembra piuttosto il simbolo perfetto dei napoletani di oggi: zitti, rassegnati, con le mani sulla faccia.» A parlare è la consigliera regionale indipendente Marì Muscarà, che torna ad attaccare con forza la gestione culturale della città:
«Questa volta, più che offesi, siamo rappresentati. Rappresentati nel silenzio assordante di chi non vede, non sente e soprattutto non parla. Mi chiedo: a quando le altre due scimmiette per completare l’opera? E magari anche una quarta, con le mani in tasca, a simboleggiare le associazioni ben retribuite che, davanti a questi scempi, preferiscono tacere.
Quelle che dovrebbero difendere la dignità culturale della città e invece si voltano dall’altra parte. Chi non ha interessi, invece, è talmente debole da non riuscire neanche a pronunciare una parola. Allora mi domando: dove sono finiti i meridionalisti? Quelli veri, quelli che dovrebbero indignarsi, quelli che dovrebbero rivendicare la nostra storia, la nostra estetica, la nostra identità. Non si offendono i napoletani con quest’opera: si rappresenta perfettamente in che stato li avete ridotti. Napoli cade a pezzi, ormai anche le strisce pedonali non esistono più, e loro mettono statue che invitano a stare zitti. Ma noi non staremo zitti. Questa città merita bellezza vera, non provocazioni travestite da arte. Napoli non è una scimmia muta. Napoli è voce, ribellione, identità.»